Ancora non c’è l’ufficialità, ma il centrodestra sarebbe orientato a votare scheda bianca oggi sul Quirinale. Ai giornalisti riuniti ieri in piazza Montecitorio per tirare le fila della domenica di contatti, Matteo Salvini ha detto di non aver ancora deciso sul da farsi, ma lo stallo attuale per mancanza di nomi condivisi, lascia intendere che si arriverà alla bianca al primo round. Oggi alle 10 Fratelli d'Italia riunirà parlamentari e delegati regionali, mentre all’ora di pranzo sarà la volta dei grandi elettori di Forza Italia. Anche i "centristi" della coalizione, da Coraggio Italia all’Udc, potrebbero presentare scheda bianca. Salvini ha assicurato che il «centrodestra è compatto e voterà compatto dall’inizio alla fine». Centrodestra in stallo dunque sul Colle. Oggi Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia e i "centristi" della coalizione riuniranno i rispettivi "grandi elettori" per fare il punto e decidere se presentare scheda bianca o meno. Allo stato, dopo il "passo indietro" di Silvio Berlusconi, non ci sarebbe nessun accordo su un candidato condiviso. Matteo Salvini che ha sentito al telefono il Cav, prova a rassicurare tutti: ’Si stanno vagliando proposte di alto profilo, donne e uomini, «sulla cui levatura difficilmente qualcuno potrà porre veti».  Circolano i nomi già sentiti e apparsi sulla stampa negli ultimi giorni: Marcello Pera, Franco Frattini, Giuliano Amato, Pier Ferdinando Casini. E per le quote rosa Letizia Moratti e Elisabetta Alberti Casellati. Forse, come sempre capita in questi casi, potrebbe spuntare anche un nome ’copertò per non bruciarlo al momento utile. Ma è netta la sensazione che il Mattarella bis resti in piedi, così come non sembra affatto tramontata l’ipotesi Draghi, nonostante il "no" del Cav.

Quirinale, e se avesse ragione Bossi?

A quanto si apprende da fonti parlamentari ieri non ci sarebbe stato nessun vertice in presenza o da remoto, tutto è rinviato a stamattina, prima dell’inizio delle votazioni alla Camera, dove arriverà anche Umberto Bossi da Gemonio. Proprio il Senatur, alla messa di Natale pronosticò che il «prossimo capo dello Stato non sarebbe stato né Draghi, né Berlusconi, ma Casini». Vigilia di riflessione, insomma, tra contatti, telefonate per lo più, forse anche incontri bilaterali. «Tutti sentono e vedono tutti», dice a mezza bocca un big centrista che sta partecipando alla trattativa..