Adil Jose Meléndez Marquez e Zoraida Hernández Pedraza sono due avvocati colombiani, minacciati a causa dell’esercizio della loro professione, di cui si occupa il rapporto sulla Colombia pubblicato in occasione della dodicesima edizione della Giornata dell’avvocato in pericolo, quest’anno dedicata al Paese sudamericano. Le loro storie rappresentano, emblematicamente quanto tristemente, ciò che accade, non solo in Colombia ma anche in tanti altri stati del mondo, agli avvocati che esercitano la professione nell’interesse esclusivo dei loro clienti, pretendendo il rispetto del diritto di difesa e delle regole dello stato di diritto, quando l’indipendenza della professione forense e della Giurisdizione non viene garantita. Le loro vicende sono significative anche perché in esse si rispecchia la complessa realtà della Colombia e si individuano le diverse tipologie in cui si declinano le violazioni dei diritti fondamentali nel Paese. Vale la pena, quindi, raccontarle. La difesa dell’ambiente e dei territori in cui vivono popolazioni che subiscono soprusi e violenze, dietro cui si nascondono gli interessi economici legati allo sfruttamento delle risorse naturali, è una esigenza sempre più avvertita da chiunque si occupi di tutelare i diritti umani. Adil Jose Meléndez Marquez ha subito numerose minacce e, per tre volte, hanno tentato di ucciderlo per aver accettato di difendere i diritti delle comunità afro-colombiane. E’ specializzato nelle azioni legali intentate per ottenere la restituzione delle terre. Come si legge nel rapporto pubblicato in occasione della giornata mondiale di quest’anno è, fin dal 2005, componente del MOVICE, una coalizione di organizzazioni che lottano contro l’impunità di crimini di stato. Rappresenta anche vittime in casi di corruzione di funzionari statali e di crimini commessi da gruppi paramilitari. Patrocina dinanzi alla Giurisdizione speciale per la pace, creata nel 2016, al fine di aiutare le vittime del conflitto tra il Governo e le FARC (Forze armate rivoluzionarie della Colombia). Meléndez Marquez subisce continue azioni di pedinamento e intercettazione telefonica e le misure di protezione chieste al governo colombiano dalla Commissione interamericana dei diritti umani (CIDH) fin dal lontano 2006 non hanno avuto efficacia. Anzi, nel dicembre 2018 sono state parzialmente revocate, anche se i rischi per la sua incolumità non sono affatto diminuiti. Adil, dopo lo scoppio della pandemia, presta assistenza giuridica in zone della Colombia dove spesso l’accesso ai diritti fondamentali è stato interrotto. E’ stata costretta all’esilio dal 2019 Zoraida Hernández Pedraza, per sfuggire alle ritorsioni di gruppi paramilitari. La sua colpa? Aver dato consulenza legale a diverse comunità di contadini e afro-discendenti. Pretendere il rispetto dei diritti più elementari di chi lavora la terra onestamente è molto pericoloso. Hanno messo addirittura una taglia sulla sua testa. Anche lei ha subito molteplici intimidazioni, è stata pedinata e sottoposta ad intercettazioni illegali. E’ nota per il suo impegno per i diritti umani che è cominciato 26 anni fa. Fino al marzo 2021 è stata segretaria generale del Comitato di solidarietà ai prigionieri politici (CSPP). Patrocina innanzi alla Corte interamericana dei diritti dell’uomo a seguito di ricorsi da lei presentati per casi di vittime di tortura, sparizione forzata ed esecuzioni extragiudiziarie.  
Adil Jose Meléndez Marquez, perseguitato per aver difeso le comunità afro-colombiane
Zoraida Hernández Pedraza, costretta all’esilio: presa di mira da gruppi paramilitari