Il Parlamento austriaco ha approvato l’obbligo di vaccino contro il Covid-19 per le persone adulte, dal 1 febbraio: è il primo passo del genere in Europa, mentre è prevista una fase iniziale senza sanzioni per chi non rispetterà la misura, fino a metà marzo. Da allora, invece, si rischieranno multe salati, fino a 3.600 euro. Il ministro della Salute Wolfgang Mueckstein ha osservato che non si tratta soltanto di combattere la variante Omicron, ma qualsiasi variante futura che potrebbe emergere: «Ecco perché questa legge è così urgentemente necessaria». Il dibattito, in Parlamento, è stato acceso, ma l’assenso era previsto. La legge prevede esenzioni per le persone in gravidanza, che per motivi medici non possano essere vaccinate o che si siano riprese dall’infezione negli ultimi sei mesi. La notizia è arrivata nell’ambito di una più ampia strategia di Vienna, che Guardian ha descritto come "bastone e carota": da una parte l’obbligo e le multe, dall’altra una lotteria nazionale per premiare le persone vaccinate con buoni da 500 euro usabili in negozi, ristoranti e turismo, nonché incentivi economici per i comuni sulla base del tasso di vaccinazione locale. L’iniziativa, secondo il cancelliere Karl Nehammer, servirà ad aumentare l’adesione alla campagna vaccinale: circa il 72% della popolazione austriaca è completamente vaccinata, tra le percentuali più basse in Europa. Novità anche in Francia, dove i dati dei contagi continuano a essere da record e, secondo il Consiglio scientifico del governo, l’impatto della quinta ondata sugli ospedali resterà «elevato» sino a metà marzo. Il premier Jean Castex ha parlato alla popolazione annunciando una roadmap di allentamento delle restrizioni. Ha detto che la Francia «attraversa un periodo difficile» con «un’ondata eccezionale» di nuovi casi, che «non è finita», ma «la situazione comincia a evolvere più favorevolmente». Questo mentre, ha affermato, la variante Delta «è in netto arretramento» e «Omicron comincia a rallentare nelle regioni dove aveva colpito inizialmente». Il primo ministro ha annunciato che il pass vaccinale (equivalente al super green pass) sarà in vigore dal 24 gennaio, parlando di un passaggio «necessario» anche alla luce del rischio di nuove varianti. Ha sottolineato, poi, che «sarà applicato per il tempo necessario, non di più». L’allentamento delle regole, intanto, inizierà da febbraio: dal 2, infatti, indossare mascherine all’esterno e telelavoro non saranno più obbligatori, mentre dal 16 febbraio riapriranno le discoteche. Gli ultimi dati in Francia sono di oltre 425mila nuovi casi e 251 morti in 24 ore, mentre il tasso di positività è del 26,9%. Altrove in Europa, la Svezia allenterà le regole di quarantena e renderà più facile andare al lavoro per chi svolga lavori chiave in settori come assistenza sanitaria e polizia, mentre la variante Omicron si diffonde. Le persone risultate positive, o che vivono con qualcuno positivo, dovranno isolarsi per 5 giorni invece di 7, mentre un ridotto numero di lavoratori chiave non dovrà rispettare alcuna quarantena se non presenta sintomi. «Per far fronte all’alto tasso di infezione, che dovrebbe aumentare nel prossimo periodo, e per non mettere a rischio le funzioni sociali, adeguiamo le raccomandazioni», ha detto la funzionaria dell’agenzia sanitaria Sara Byfors. La Svezia ha registrato un nuovo record di casi in 24 ore, quasi 40mila. Dopo l'annuncio della Spagna, che ha proposto di rinunciare ai bollettini quotidiani e ai tamponi per trattare il Covid come una normale influenza, in testa ai paesi che scelgono la linea soft per contrastare il virus c'è sicuramente la Gran Bretagna. Il premier Boris Johnson ha annunciato infatti la fine dell’obbligo di indossare le mascherine a partire dal 27 gennaio. Sempre dalla stessa data il lavoro a distanza non verrà più raccomandato ufficialmente e il pass sanitario non sarà più necessario per accedere ai locali e partecipare ai grandi raduni. L E se per per il virologo Andrea Crisanti, quella dell'Inghilterra non è «una scelta sbagliata» dal momento che «hanno contagi in calo», nonostante Omicron, «e un livello di anticorpi elevato nella popolazione»; per il direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani di Roma Francesco Vaia, «non dobbiamo imitare nessuno». La strada che l’Italia ha scelto per affrontare l’ondata pandemica «ci porterà, immagino, entro la fine di gennaio e la prima decade di febbraio, quando avremo il plateau, verso una mitigazione delle misure che noi abbiamo chiesto anche come Spallanzani e che, mi pare, il Governo, si appresti ad approvare», spiega Vaia. Mentre per il direttore della Clinica di malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova Matteo Bassetti la priorità è «pensare a come allentare le misure in chi è vaccinato» contro Covid-19. «L’Europa si sta muovendo in maniera difforme nell’affrontare questa epidemia», osserva l’esperto, anche se «c’è da dire che nei vari Paesi le situazioni sono anche diverse. L’Austria ha varato l’obbligo vaccinale e mi pare quella più risoluta. Ma - avverte Bassetti - dobbiamo voltare pagina: quello che abbiamo fatto noi con l’obbligo surrettizio con il Green pass va bene e le vaccinazioni crescono, 80-90mila al giorno, un segnale buono. Perso - ribadisce - che alla fine arriveremo ad un’immunità di sicurezza nel giro di 3-4 mesi, con il 95% della popolazione vaccinata».