La moglie di Angelo Burzi, torna a parlare del suicidio dell'ex consigliere regionale del Piemonte, a distanza di quasi due settimane dalla tragedia che ha scosso il mondo della politica e ha acceso nuovamente i riflettori sulla magistratura. In una lettera a sua firma pubblicata dal Giornale, Giovanna Perino ringrazia innanzitutto chi ha scelto di non voltarsi dall'altra parte «sostenendo la sua ultima battaglia per la verità». E «quanti di voi hanno contribuito a diffondere i suoi ultimi pensieri ed avviato una analisi seria, puntuale e rispettosa della situazione che lo ha coinvolto». Un chiaro riferimento a una parte del mondo dell'informazione che sta raccontando la sua vicenda giudiziaria attraverso le ultime parole di Burzi - contenute nella lettera resa pubblica in occasione del suo funerale -, le parole di chi lo conosceva e anche mediante gli interventi di illustri magistrati, come Edmondo Bruti Liberati, che hanno preso una posizione netta nella vicenda in questione. «Angelo non sentiva il bisogno di piacere a tutti, cosa che lo ha reso unico e speciale per molti e, allo stesso tempo, scomodo per gli altri. Aveva un'intelligenza raffinata, era colto e carismatico». Giovanna Perina aggiunge che Angelo Burzi «era una persona onesta. E solo la rettitudine che era parte di lui, e non certo la debolezza, ha determinato il modo in cui ha scelto di esprimere la sua protesta». Angelo «aveva un codice morale molto forte e una visione della giustizia - si legge nella lettera. Amava la nostra lingua e le citazioni. Una di queste, di Leonardo da Vinci, ricordo tra le sue preferite: "chi non punisce il male, comanda lo si faccia. Ed è quella che me lo rappresenta più di tutte, specie in questo momento».