Centinaia di presidi scrivono al governo un appello urgente per chiedere la ripresa delle lezioni a distanza almeno per due settimane, rispetto alla riapertura delle scuole prevista per il 10 gennaio. La richiesta, assicurano i dirigenti scolastici, è più che fondata, vista la «situazione ingestibile» per laumento dei contagi tra i giovani per la variante omicron e «lescalation di assenze» tra il personale della scuola. «Si tratta di una situazione epocale, mai sperimentata prima, rischiosa e ad oggi già prevedibile. Non è possibile non tenerne conto. Una programmata e provvisoria sospensione delle lezioni in presenza (con lattivazione di lezioni a distanza) per due settimane è sicuramente preferibile ad una situazione ingestibile che provocherà con certezza frammentazione, interruzione delle lezioni e scarsa efficacia formativa», si legge nella lettera appello. «Abbiamo personale sospeso perché non in regola con la vaccinazione obbligatoria e, ogni giorno di più, personale positivo al Covid, che non potrà prestare servizio e nemmeno potrà avere, nellimmediato, un sostituto. Si parla di numeri altissimi, mai visti prima», dicono ancora i presidi, sottolineando come in questa fase è fondamentale disporre di personale che possa almeno garantire una minima sorveglianza delle classi. «Aggiungiamo, ma è cosa nota, che landamento del contagio con la nuova variante del virus colpisce come mai prima le fasce più giovani della popolazione, anche con conseguenze gravi, e che il distanziamento è una misura sulla carta, stanti le reali condizioni delle aule e la concentrazione degli studenti nelle sedi». Insomma, i dirigenti chiedono al governo un intervento urgente per evitare un ritorno in classe pieno di incognite e anche Antonello Giannelli, presidente dellAssociazione nazionale presidi, torna a chiedere due o tre settimane di Dad per dare la possibilità alle famiglie di mettersi in regola con le vaccinazioni dei ragazzi.