Il rischio di terapia intensiva per i non vaccinati rispetto a chi ha ricevuto la terza dose «è 85 volte maggiore per gli over 80; 12,8 volte maggiore per la fascia 60-79 anni; 6,1 volte maggiore per i 40-59 enni». È quanto emerge dal Report esteso dell’Istituto superiore di sanità (Iss) che integra il monitoraggio settimanale sul Covid nel Natale in cui si registra il record di nuovi contagi. Nell’ultima settimana «si conferma l’andamento osservato nella precedente, con il 26% dei casi totali diagnosticati nella popolazione di età scolare (under 20). Il 48% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nella fascia d’età 6-11 anni, il 36% nella fascia 12-19 anni e solo il 11% e il 5% sono stati diagnosticati, rispettivamente tra i 3 e i 5 anni e sotto i 3 anni». Negli ultimi 30 giorni in Italia si è osservata una maggiore incidenza di casi nella popolazione non vaccinata. E «dopo 150 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, l’efficacia del vaccino nel prevenire la malattia, sia nella forma sintomatica che asintomatica, scende dal 71,5% a 30,1%». «Rimane elevata - si spiega ancora - l’efficacia vaccinale nel prevenire casi di malattia severa, in quanto l’efficacia del vaccino nei vaccinati con ciclo completo da meno di 150 giorni è pari al 92,7%, mentre cala all’82,2% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 150 giorni. L’efficacia nel prevenire la diagnosi e i casi di malattia severa sale rispettivamente al 71,0% e al 94,0% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster».