Ottime notizie per i praticanti avvocati. La ministra della Giustizia Marta Cartabia ha firmato poco fa un decreto ministeriale che amplia la platea dei praticanti ammessi a partecipare alla prossima sessione dell’esame di Stato per l’abilitazione alla professione forense. Potranno presentare domanda di ammissione, entro il termine ultimo del 7 gennaio 2022, i praticanti avvocati che completeranno il tirocinio forense entro il 6 gennaio 2022. Il decreto ministeriale, venendo incontro alle richieste dei praticanti, proroga il termine per la compiuta pratica inizialmente previsto al 10 novembre 2021. Le prove inizieranno il prossimo 21 febbraio 2022. Come spiega un comunicato di via Arenula, la proroga del termine per la compiuta pratica – tradizionalmente fissato il 10 novembre di ogni anno – è motivata dal protrarsi dell’emergenza sanitaria in corso, per cui le prove d’esame inizieranno a febbraio e non a dicembre come di solito avviene. La pubblicazione del decreto ministeriale nella Gazzetta Ufficiale, quarta serie ‘Concorsi ed esami’, è programmata per martedì prossimo. La piattaforma online del ministero, per la presentazione delle domande, è stata aggiornata con previsione del nuovo termine per la compiuta pratica.

Esame da avvocato, decisiva una interpretazione della norma per la sessione 2021

Con questa decisione, si risolve per il meglio una situazione di disagio e preoccupazione per centinaia e centinaia di praticanti avvocati impossibilitati inizialmente ad accedere alla prossima sessione. Preso atto di questo malcontento e tenuto conto che la pandemia ha trasformato l’ultimo biennio in un vero e proprio percorso a ostacoli per lo svolgimento del tirocinio forense, il sottosegretario Francesco Paolo Sisto e il consigliere della ministra per le libere professioni Gian Luigi Gatta hanno studiato la norma vigente, e grazie ad una particolare interpretazione è stato possibile allargare la platea dei tirocinanti. Sisto, che a propria volta ha la delega ai rapporti con le professioni, e Gatta hanno infatti rilevato come la norma di legge che ha rinnovato, per la prossima sessione, le modalità già adottate per l’esame 2020, vale a dire il “doppio orale”, si richiama si alla disciplina generale dell’abilitazione, ma con un inciso, “in quanto compatibili”, che alla fine si è rilevato decisivo perché ci si potesse discostare dalla tradizionale cadenza, e dalla data del 10 novembre, e prolungare il tempo utile per completare la pratica fino al 6 gennaio. La ministra Cartabia, verificata la possibilità di agire senza dover ricorrere a una nuova norma primaria, ha immediatamente dato via libera al recepimento delle richieste dei praticanti.

Soddisfazione da Aiga e Unione praticanti

L’Aiga (Associazione italiana giovani avvocati) accoglie «con favore» la notizia: «Il ministero si è dimostrato attento alle vicende dei giovani praticanti - ha commentato il presidente Aiga Francesco Paolo Perchinunno - attuando, di fatto, quella espressa previsione contenuta nella proposta di riforma dell’esame di abilitazione, a firma dell’onorevole Miceli, sulla quale l’Aiga auspica l’immediata ripresa dei lavori». L’avvocato Roberto Scotti, coordinatore del dipartimento Aiga sull’accesso alla professione, ha aggiunto: «La continua e proficua interlocuzione con il ministero della Giustizia è la conferma della necessità di agire con immediatezza sulla riforma». Soddisfazione arriva anche dall’Upa (Unione praticanti avvocati): «Siamo davvero lieti di annunciare che ancora una volta, Upa, nella persona della presidente Claudia Majolo, è riuscita ad ottenere il risultato sperato»

Ufficio per il processo,quasi 10mila idonei

Un’altra importante novità che riguarda il ministero della Giustizia è che al termine delle prove del concorso per la selezione di 8.171 unità, a tempo determinato, da assumere per il ministero con la qualifica di addetto all’Ufficio per il processo, sono risultati idonei 9.915 candidati. Alle selezioni erano stati convocati in 65.510. I presenti alle prove sono risultati 33.399, con una percentuale del 50,98%, più alta del tasso medio di partecipazione agli ultimi concorsi, «a conferma che i laureati credono nelle occasioni offerte dalle assunzioni previste dal Pnrr», si legge in una nota del Formez Pa.