Occorre scongiurare il rischio di un bipolarismo nella magistratura «non produttivo di risultati positivi» visto che cancella le minoranze. È l'auspicio che esprime, a partire dell'esito delle elezioni Anm (associazione nazionale magistrati), il segretario di Area Eugenio Albamonte. Il test più importante è stato a Roma, dove Magistratura Indipendente si è confermata la prima corrente (aumentando però solo di una «manciata di voti», come osserva Albamonte) e dove per la prima volta Magistratura democratica si è presentata con una propria lista distinta da quella di Area. Insieme avevano nel 2017 226 voti: stavolta Area ne ha ottenuti 173 e Md 96, ottenendo rispettivamente, due e un eletto.

Elezioni Anm, parla Eugenio Albamonte

«Md ha preso la strada di recuperare la sua autonomia di rappresentanza, cosa che a me non piace. Proprio perché in nuce già si vedeva che si andava a finire in questo modo io e altri abbiamo abbandonato Md». Ma nelle condizioni particolari di questa consultazione (per ottenere un eletto il quorum era di 89 preferenze e in questo caso sono bastati 40 voti in più per far scattare il terzo) «l'idea di fare due liste è stata in qualche modo premiata». Al di là di Roma «resta un dato che accomuna tutti i risultati elettorali: la perdita consistente, oltre le aspettative, di Unicost» che in particolare nella capitale è passata da 295 voti a 70.

Elezioni Anm, rischio bipolarismo tra le correnti

«II lavoro che la nuova dirigenza sta facendo per completare un'operazione di affrancamento dalla vicende di 2 anni fa non ha ancora dato i suoi frutti - osserva il leader di Area - Però il rischio è che anche alle prossime scadenze, che sono ormai quelle del Csm, si arrivi con una magistratura divisa in due grandi schieramenti contrapposti di cui volta per volta uno sarà leggermente maggioritario rispetto all'altro. Anche in vista della legge elettorale per il Csm bisognerebbe accuratamente evitare qualsiasi sistema elettorale che favorisca il bipolarismo privando di rappresentanza le anime allo stato minoritarie all'interno della magistratura. E un sistema realmente proporzionale servirebbe al prossimo Csm per evitare questo effetto deleterio. Se non è possibile arrivarci, bisogna privilegiare sistemi che, pur essendo maggioritari, come quello Luciani, però in qualche modo favoriscono una rappresentanza anche dei gruppi minoritari all'interno del Csm. Perché il Csm può recuperare credibilità solo se i magistrati lo individuano come il luogo nel quale tutte le componenti culturali della magistratura siano rappresentate».

Elezioni Anm, il caso Palermo

Albamonte ridimensiona il successo dei 101, che a Palermo sono risultati il primo gruppo. «Il fatto che siano riusciti a presentare una lista solo a Palermo mi dà l'idea che per il momento è un gruppo che vive prevalentemente dell'impegno profuso da alcuni leader che sono rappresentati inAnm nazionale e che in assenza allo stato di un progetto proposto per la magistratura che non sia solo critica riscuotano un consenso sulla base dell'affidamento che queste persone ottengono negli ambienti in cui operano più direttamente».

Elezioni Anm, parla il presidente di Unicost

«Un risultato che ci aspettavamo perché il distretto di Roma è quello in cui abbiamo patito di più, ovviamente, i contraccolpi dei fatti recenti che hanno investito vari gruppi associativi, non solo Unicost. Il raffronto con i dati di quattro anni fa ci dice che gli altri gruppi non sono cresciuti mentre fortissimo è stato l'astensionismo. Questo ci induce ad avere fiducia sulla capacità di recupero del gruppo». Così Rosella Marro, presidente Unicost, commenta il risultato delle elezioni per la giunta di Roma dell'Anm. «Siamo convinti - aggiunge - di aver intrapreso la strada giusta per riprenderci quel ruolo che abbiamo sempre giocato storicamente, di equilibrio e di forte vocazione verso la concezione costituzionale della giustizia, ispirata al rigore, all'efficienza e a garanzia dei diritti di tutti. Dobbiamo continuare in questa direzione e, siamo convinti, che presto i risultati elettorali ritorneranno a sorriderci».