La Procura di Torino ha aperto un fascicolo contro ignoti per maltrattamenti sui detenuti della sezione psichiatrica “Il Sestante” del carcere di Torino. L'inchiesta arriva dopo la lettera- denuncia dei giorni scorsi della presidente nazionale dell'associazione Antigone, Susanna Marietti, che aveva visitato la sezione definendola un "luogo vergognoso in cui si rinuncia a vite umane come se valessero niente". Nel frattempo, Rita Bernardini del Partito Radicale denuncia che hanno un nome e cognome i responsabili della sezione psichiatrica dell’orrore “Il Sestante” del carcere di Torino e sono da ritrovare nella regione Piemonte visto che è lì che ricade la responsabilità della sanità penitenziaria.

"Il Sestante", la relazione di Antigone

Ricordiamo che il famigerato reparto del carcere di Torino è ritornato alla ribalta grazie all’accurato resoconto di Susanna Marietti di Antigone, reduce della recente visita. Scene che non vi si ritrovano nemmeno più nel cosiddetto "terzo mondo". Una sezione dove - come ha sempre denunciato Antigone nella relazione di marzo scorso un ragazzo di 24 anni fu costretto a bere l'acqua del water. Dove nel 2019 si è uccisa una persona con il cappio al collo e appeso sull'angolo di una finestra aperta per dodici interminabili minuti prima che un agente entrasse. Eppure doveva essere sorvegliato a vista.

Parliamo della stessa sezione che già nell’ottobre del 2017 fu segnalata dal Garante nazionale delle persone private della libertà. Nonostante gli impegni presi dalle Amministrazioni in risposta alle Raccomandazioni formulate e nonostante le continue sollecitazioni, l’ultima visita di giugno aveva confermato le condizioni immutate in una considerevole parte del Reparto. L’unico sostanziale passo avanti è stato la chiusura e disattivazione della “cella liscia”, come richiesto dal Garante nazionale sin dal 2018.

L'attività di Rita Bernardini

Rita Bernardini del Partito Radicale, rende noto che con Sergio Rovasio e Mario Barbaro, dopo aver visitato Le Vallette, il 6 agosto scorso, hanno scritto al presidente della regione Alberto Cirio e all'assessore alla Sanità Luigi Icardi, che però non hanno risposto. «Occorre chiamarli in causa perché sono loro i maggiori responsabili. Oltre al fatto che le Asl devono verificare ogni sei mesi lo stato di salubrità dei luoghi detentivi: non hanno avuto niente da dire e da relazionare? “Il Sestante” del carcere torinese Le Vallette da quanto tempo non lo controllano?», denuncia pubblicamente Rita Bernardini.

Caso "Il Sestante", l'ispezione del 6 agosto

Durante la visita del 6 agosto, erano presenti anche i Garanti dei detenuti della Regione Piemonte, Bruno Mellano e del comune di Torino, Monica Gallo. Nella lettera hanno denunciato che in ambito sanitario sono stati riscontrati gravi problemi acuitisi negli ultimi due tre anni, e precisamente: assenza quasi totale di medici specialisti con grave carenza strutturale delle attività specialistiche, tra tutte la cardiologia, con costante aumento di traduzione delle persone detenute negli ospedali cittadini; le sezioni “Il Sestante” e “Filtro” con particolari situazioni critiche sanitarie anche dal punto strutturale, compreso il reparto “Servizio Assistenza Intensivo”; vi sono persone detenute con gravi problemi psichiatrici in reparti non adeguati, in particolare vi sono due celle con persone in gravi difficoltà in aree di detenzione comune con altri detenuti nel reparto femminile ubicato al primo piano.

Le mancate risposte della Regione Piemonte

Non solo. Sempre nella lettera inviata alla Regione Piemonte, relativamente all’osservazione di donne detenute con disturbi comportamentali gravi, si osserva che nell’ultimo anno si è registrato un aumento di casi per via della consolidata procedura di invio in osservazione psichiatrica al cosiddetto “Sestantino” di donne provenienti anche da altri Istituti. «È grave – ha scritto Rita Bernardini nella lettera - che le camere di pernottamento adibite all’ospitalità delle donne con disturbi, sono situate al primo piano della seconda sezione dell’Istituto in convivenza con altre donne detenute che svolgono attività scolastiche, formative e/ o lavorative».

Sempre nella lettera, vengono denunciate le condizioni igieniche carenti «dovute a scarsa/ inesistente manutenzione, in particolare per mancanza di adeguata disinfestazione di tutte le aree con ambienti degradati e spazi inadeguati sotto il profilo igienico- sanitario e conseguente presenza costante di blatte, scarafaggi e topi». La lettera conclude con l’augurio che si intervenga con la massima urgenza per limitare il più possibile le gravi carenze indicate. Ma nessuna risposta dalla Regione.