Trasparenza sui numeri della giustizia: è quello che chiede l'onorevole di Azione Enrico Costa, con una interrogazione alla Guardasigilli Marta Cartabia. In particolare: quali siano i dati sulla modalità di definizione dei procedimenti suddivisi per tipologia di reati, in particolare per quello che riguarda i reati contro la pubblica amministrazione; la percentuale di sentenze di appello in riforma delle sentenze di I grado; il tasso di accoglimento e rigetto delle richieste dei pubblici ministeri ai giudici per le indagini preliminari suddivise per tipologie (richieste di intercettazioni, proroga indagini, applicazione misure cautelari); il numero di istanze di riparazione per ingiusta detenzione rigettate dalle corti di appello; il numero di avvisi di garanzia notificati ogni anno e quanti di questi si traducono in un rinvio a giudizio o in una citazione diretta a giudizio. Come ci dice Costa «la ministra Cartabia resta un faro e un modello che però va supportato attraverso dati scientifici grazie ai quali potrà prendere le decisioni. La disponibilità di dati analitici e aggiornati è il presupposto necessario al fine di comprendere e valutare l'effettivo funzionamento degli istituti giuridici esistenti, l'appropriatezza delle norme vigenti in materia processuale e, più in generale, l'efficacia dell'ordinamento giudiziario, al fine di individuare risposte legislative idonee a risolvere le criticità individuate». Costa aveva già chiesto queste informazioni con una lettera alla responsabile della direzione generale di statistica di via Arenula ma, non avendo ricevuto risposta, ha presentato l'interrogazione. «Sarebbe alquanto sorprendente - ci dice - se il ministero della Giustizia non disponesse di questi dati fondamentali». Ma perché proprio questi? «Conoscere il tasso di accoglimento o rigetto delle richieste del pm da parte del gip servirebbe a capire se c'è effettivamente un filtro da parte del giudice o se quest'ultimo fa semplicemente da passacarte del pm». L'avvocatura stigmatizza da sempre l'abuso di intercettazioni, spesso usate per cercare non la prova del reato ma un reato qualsiasi, le proroghe delle indagini, su cui sta lavorando la Commissione Lattanzi per limitarle, misure cautelari (attualmente in carcere ci sono circa 9000 persone in attesa di primo giudizio). Il disvelamento dei dati dell'andamento della macchina giudiziaria è un'antica battaglia anche delle Camere Penali per cui i dati statistici giudiziari non sono di proprietà della magistratura. Inoltre, sapere quante sentenze di appello riformano quelle di primo grado è fondamentale proprio in questo momento in cui il tema delle impugnazioni è al centro del dibattito della Commissione Canzio, con tutti i rischi delineati da Caiazza in un'intervista al Dubbio. Questo dato, insieme a quello relativo agli avvisi di garanzia che si traducono in un giudizio, si lega anche al tema delle valutazioni professionali dei magistrati, la cui riforma è sponsorizzata non solo dalle Camere Penali ma anche dal Pd. Entrambi chiedono che per esse venga introdotto anche il parametro delle smentite processuali delle ipotesi accusatorie. Conclude dunque Costa: «Com'è possibile che il ministero non abbia questi dati adesso che le commissioni stanno lavorando ai decreti attuativi del processo penale e alla riforma dell'ordinamento giudiziario?». Intanto ieri la commissione giustizia della Camera ha conferito il mandato alle relatrici Lucia Annibali (Iv) e Mirella Cristina (FI) e ha così completato l'esame del ddl civile che sarà in aula martedì prossimo con una settimana di anticipo rispetto alla data prevista.