Ancora un rinvio sulla nomina del procuratore di Roma. La Commissione Direttivi del Csm ha aggiornato ad oggi la discussione sulle candidature per Piazzale Clodio, dopo aver discusso, nella giornata di ieri, ancora una volta delle questioni giuridiche legate alle pronunce della giustizia amministrativa. Discussione sulla quale incombono, ora, non solo la decisione della Cassazione sul ricorso presentato da Michele Prestipino, ma anche l’analisi dei curriculum dei contendenti alla poltrona della procura nazionale antimafia, per la quale giovedì scorso si sono chiuse le candidature.

Procura di Roma, i dubbi della quinta commissione

I dubbi della V Commissione riguardano sempre il metodo da seguire per dare esecuzione alle sentenze del Consiglio di Stato, che hanno dichiarato illegittima la nomina di Prestipino accogliendo i ricorsi del procuratore generale di Firenze, Marcello Viola, e del procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi. I membri della Direttivi, presieduta dal togato Antonio D’Amato, sono indecisi sulla strada da seguire: le opzioni sono quella di far rivivere le vecchie delibere e portarle al plenum o rifare una nuova votazione.

Nel primo caso, dunque, si ritornerebbe a prima degli scandali del caso Palamara, quando il nome prescelto fu quello di Viola. Nome che venne poi abbandonato a seguito della diffusione delle intercettazioni della famosa cena all’Hotel Champagne, quando l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara e altri cinque membri del Csm, assieme ai deputati Cosimo Ferri e Luca Lotti, discussero della nomina. Furono proprio quelle conversazioni a portare alle dimissioni dei partecipanti alla cena dal Csm e all’annullamento della proposta, nonostante Viola con quelle manovre non c’entrasse nulla.

Cosa dice la sentenza del Consiglio di Stato

Il Consiglio di Stato, nell’accogliere il ricorso del pg di Firenze, aveva dunque evidenziato come tale scelta fosse illegittima. E lo stesso fece rispetto all’esclusione di Lo Voi, più titolato (come anche il pg di Firenze) rispetto a Prestipino. La sensazione è, dunque, che per il procuratore in carica, già bocciato due volte e in attesa della pronuncia della Cassazione, le chance siano pochissime. Per lui rimarrebbe aperta la strada verso Palermo, mentre a Roma, qualora si optasse per una nuova votazione, dovrebbe arrivare proprio Lo Voi, scelta in continuità con l’era Pignatone.

Per la Dna c'è anche la candidatura di Nicola Gratteri

Ma Lo Voi e Viola sono anche tra i nomi che si contenderanno la poltrona della Procura antimafia, dato l’ormai prossimo pensionamento di Federico Cafiero de Raho, che il 18 febbraio compirà 70 anni e dovrà lasciare la magistratura. A voler prendere il suo posto ci sono otto toghe: si tratta dei procuratori di Napoli, Giovanni Melillo, che allo stato attuale sembra essere il favorito, quello di Catanzaro, Nicola Gratteri, quello di Catania, Carmelo Zuccaro, di Messina, Maurizio De Lucia e Lecce, Leonardo Leone De Castris. Unica candidatura interna alla Dna quella di Giovanni Russo, attualmente procuratore aggiunto in via Giulia.

Gli incastri da Roma a Milano

La nomina del procuratore di Roma, dunque, è uno degli scogli da superare prima di poter passare alla successione di de Raho. E assieme a questa poltrona l’altra da assicurare è quella di Milano, per la quale pende anche la candidatura di Viola. Nome, il suo, che potrebbe risultare favorito rispetto agli altri pretendenti: a presentare domanda sono stati Maurizio Romanelli, procuratore aggiunto a Milano, l'ex presidente dell'Anm, due volte consigliere del Csm e procuratore di La Spezia, Antonio Patrono, Giuseppe Amato, procuratore di Bologna, Raffaele Tito, procuratore di Pordenone, Nicola Piacente, procuratore di Como, Roberto Pellicano, procuratore di Cremona, Luigi Orsi, sostituto alla procura generale della Cassazione e Cesare Parodi, procuratore aggiunto a Torino.

Una poltrona calda anche quella di Milano, data la guerra intestina in corso diventata anche oggetto di indagini giudiziarie. L’arrivo di Viola, dunque, potrebbe essere il modo migliore per ripartire da zero. Il pg di Firenze, che nei mesi scorsi ha rinunciato alla candidatura alla procura generale di Palermo, ha deciso di concorrere per il posto in Dna soltanto l’ 11 novembre scorso, ultimo giorno utile per la presentazione delle candidature. Il giorno successivo, i suoi avvocati - Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia hanno diffuso una nota per lamentare l’ennesimo rinvio in Commissione al Csm, nonostante siano passati ormai diversi mesi dall’annullamento della nomina di Prestipino.

Nello stesso documento, i legali hanno comunicato il controricorso già presentato in Cassazione qualora dovesse essere ribaltato l’esito delle precedenti sentenze. La decisione, stando alle voci interne al Csm, dovrebbe arrivare comunque in settimana. Si potrebbe sciogliere oggi, pertanto, il nodo relativo alla proposta da presentare al plenum di domani, anche se un nuovo rinvio, con la riunione della V Commissione prevista per giovedì mattina alle 8.30, potrebbe far slittare il tutto all’eventuale seduta plenaria di giovedì o alla settimana prossima. E in quel caso la decisione arriverebbe proprio a ridosso della pronuncia della Cassazione, che è attesa per martedì 23 novembre.