Sedici le città coinvolte nell’operazione tra cui Ancona, Brescia, Cremona, Imperia, Milano, Pesaro Urbino, Pescara, Palermo, Pordenone, Roma, Salerno, Siena, Treviso, Trieste, Torino, Varese con la partecipazione diretta dei Compartimenti Polizia Postale e delle Digos territoriali, con il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione.

Il gruppo «Basta Dittatura»

Le perquisizioni sono state eseguite nei confronti degli attivisti NO Vax/NO GreenPass più radicali e affiliati al canale Telegram «Basta Dittatura», divenuto lo spazio web di maggiore riferimento nella galassia dei negazionisti del COVID 19. Il canale era già stato oggetto di un provvedimento giudiziario di sequestro e della decisione di chiusura da parte della stessa società in considerazione della gravità dei contenuti pubblicati. «Basta Dittatura» negli scorsi mesi aveva raccolto decine di migliaia di iscritti ed era diventato il nodo di collegamento con tutti i principali spazi web di protesta, degradata via via in un persistente incitamento all’odio ed alla commissione di gravi delitti.

Anche giornalisti nel mirino dei no vax

La propagazione virale dei messaggi ha determinato inoltre consistenti disagi nella gestione dell’ordine e sicurezza pubblica delle piazze. Gli indagati avevano partecipato alla chat istigando sistematicamente all’utilizzo delle armi ed a compiere gravi atti illeciti contro le più alte cariche istituzionali, tra cui il presidente del Consiglio Draghi. Obbiettivi ricorrenti sono stati inoltre le forze dell’ordine, medici, scienziati, giornalisti e altri personaggi pubblici accusati di «asservimento» e «collaborazionismo» con la «dittatura» in atto. Presa costantemente di mira con pesanti insulti anche tutta quella parte di popolazione che, vaccinandosi e osservando le regole di protezione personale, ha accettato di rendersi «schiava» dello Stato.