La discussione più significativa della 38esima assemblea nazionale dell’Anci, iniziata martedì a Parma e che si concluderà oggi, è quella che tra poche ore vedrà seguire a poca distanza l’una dall’altra le parole del presidente dei Comuni, Antonio Decaro, e quelle del presidente del Consiglio, Mario Draghi. I due affronteranno uno dei temi che sta più a cuore ai primi cittadini, cioè il reato di abuso d’ufficio e le sue implicazioni.

Già in apertura di assemblea, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, Decaro aveva preso di petto la questione, ricordando i passi in avanti fatti finora e quelli ancora da fare. «Chiediamo che sia definito in maniera più netta il confine delle nostre responsabilità - aveva scandito il sindaco di Bari - Bisogna trovare un antidoto efficace per arrestare il fenomeno della paura della firma e della burocrazia difensiva, perché se un sindaco ha paura di firmare un atto che serve a costruire una scuola, ad autorizzare un concerto, a piantare mille alberi in un parco, non è lui che perde: è il Paese, e con il Paese tutti i suoi cittadini».

Decaro aveva poi citato i casi della collega sindaca di Crema, Simona Bonaldi, e del sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, definendolo «un recordman in questo senso». Commentando un video di Simone Uggetti, ex sindaco di Lodi, denunciato, condannato e poi assolto in appello dopo cinque anni, Decaro aveva poi detto che «così accade per la maggior parte dei nostri colleghi indagati per abuso d’ufficio: titoloni e clamore mediatico all’arrivo dell’avviso di garanzia, totale indifferenza quando arriva l’assoluzione, e nel mezzo ci sono le vite delle persone, delle loro famiglie, spesso compromesse, umiliate, distrutte».

Temi che verranno riproposti oggi al presidente del Consiglio, che risponderà punto su punto, probabilmente facendo riferimento all’iter abbinato già iniziato in commissione Affari costituzionali e Giustizia Senato sui tre disegni di legge presentati dal leghista Andrea Ostellari, dal pentastellato Vincenzo Santangelo e dal dem Dario Parrini.

Nello specifico, il testo di Parrini limita il reato a specifiche regole di condotta espressamente attribuite al sindaco, con la responsabilità di omissione riferita a «eventi che si siano verificati nel territorio comunale, salvo il caso in cui sia provato il dolo o la colpa grave»; quello di Ostellari prefigge il reato solo nel caso di situazioni oggettivamente riscontrabili, come un palese conflitto d’interessi che imporrebbe l’obbligo di astensione; quello di Santangelo infine prevede la fattispecie di reato d’abuso d’ufficio per il sindaco solo in caso di dolo e colpa grave.

«Sappiamo che il Parlamento ci sta lavorando straordinariamente con il sostegno di tutte le forze politiche, e che la ministra dell’Interno Lamorgese è attenta e determinata nel sostenere la nostra battaglia, che è una battaglia di dignità per mettere i sindaci nelle condizioni di poter governare con più serenità - è stato il ragionamento di Decaro - Non ci sono in ballo carriere politiche da difendere o privilegi da tutelare: ci sono in ballo delle vite».

Proprio la titolare del Viminale, intervenendo all’assemblea, ha spiegato che «i sindaci devono essere messi in grado di lavorare con serenità, senza dover rispondere di negligenze altrui», mentre il ministro della Pa, Renato Brunetta, punta ad «abolire il reato di abuso d’ufficio».

L’assist più importante ai sindaci sul tema dell’abuso d’ufficio è arrivato tuttavia dal sottosegretario alla Giustizia, il forzista Francesco Paolo Sisto, che ha citato la Guardasigilli Marta Cartabia. «Il ministero della Giustizia e il ministro sono ben disponibili a valutare posizioni di apertura nei confronti dei sindaci - ha detto Sisto - Il rischio da primo cittadino è assolutamente intollerabile e a questo grido di dolore sulla cosiddetta burocrazia difensiva il ministero risponde con una disponibilità a valutare soluzioni alternative: nessuno vuole dare immunità o impunità a chicchessia, ma riconoscere il ruolo importante dei sindaci».

Di pari passo con le modifiche sull’abuso d’ufficio c’è il tema del Pnrr, che Decaro affronterà oggi con Draghi. Perché i sindaci chiedono da tempo un’accelerazione sullo stanziamento dei fondi, pena l’impossibilità di utilizzarli al meglio. «Dobbiamo far sì che il lavoro dei sindaci sia sempre più efficiente e che sia garantita loro piena operatività in quanto soggetti più vicini e efficaci nell’amministrazione dei territori, soprattutto in un momento come questo - ha commentato il sottosegretario - Se vogliamo che il sindaco sia tra le figure fondamentali per far ripartire il Paese, non si può bloccare la sua attività: in questo senso si potrebbero rivedere talune norme per evitare inaccettabili “responsabilità di posizione”».

Le parole di Sisto non sembrano però poter evocare un automatico endorsement del governo o di via Arenula rispetto alle tre proposte di legge, anche considerato che nei testi in discussione a palazzo Madama ci si concentra sulla figura specifica del primo cittadino mentre il governo ritiene che un eventuale intervento dovrebbe riguardare tutti gli amministratori pubblici e non soltanto una categoria. Sisto spiega peraltro di ritenere indispensabile anche che i sindaci si diano «un’organizzazione interna efficiente» per stabilire “chi fa cosa”. «In difetto - conclude - anche un intervento normativo potrebbe risultare insufficiente» .