Avvocati e avvocate con un approccio sempre più internazionale e conoscenze sempre più specialistiche. A queste due esigenze risponde il programma del Consiglio d’Europa denominato Help (Human rights education for legal professionals). Un ruolo da protagonista lo svolge il Consiglio nazionale forense, che attraverso la Commissione centrale per l’accreditamento della formazione e la delegazione italiana a Bruxelles partecipa alle attività di formazione dei professionisti in materia di diritti umani. I corsi online, in lingua italiana e della durata di circa tre mesi, iniziano proprio oggi, 8 novembre, e verteranno sui seguenti temi: «Etica per giudici, procuratori e avvocati», «Imprese e diritti umani», «Violenza contro le donne e violenza domestica ». Ai partecipanti sarà offerta una panoramica del quadro giuridico internazionale ed europeo e della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo. La sessione introduttiva servirà a presentare le caratteristiche dei corsi e fornirà alcune informazioni sull’utilizzo della piattaforma e-learning sulla quale si svilupperà tutta l’attività formativa, sotto la supervisione di un tutor. Al termine del corso gli avvocati otterranno i certificati emessi dal Consiglio d’Europa in collaborazione con il Cnf.

Gli obiettivi di "Help"

Ma quali sono gli obiettivi del programma Help? Prima di tutto sensibilizzare e supportare gli Stati membri del Consiglio d’Europa affinché a livello nazionale la Convenzione europea dei diritti dell’uomo possa trovare piena applicazione. Tutto ciò in conformità alla Raccomandazione (2004)4 del Comitato dei Ministri, alle Dichiarazioni di Brighton del 2012 e di Bruxelles del 2015. Un altro ambizioso obiettivo che si prefigge Help è quello di dare appunto centralità al lavoro degli operatori del diritto (avvocati, giudici e pubblici ministeri), rafforzando così l’applicazione della Convenzione Edu in tutti i 47 Stati membri del Consiglio d’Europa, con un’offerta formativa di qualità. Da qui l’esigenza di un continuo aggiornamento sugli standard e la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo.

Le testimonianze dei legali

Anche gli avvocati italiani saranno impegnati nelle attività di formazione di Help in procinto di partire, consci della grande opportunità offerta. «Non è la prima volta – dice al Dubbio l’avvocata Chiara Dolcini del Foro di Milano – che partecipo alle tappe formative del programma Help. Ho sempre trovato gli argomenti proposti molto peculiari, spesso sottovalutati e comunque delicati sia per tematiche sia per aree di interesse. Partecipando attivamente ai corsi, soprattutto quelli presentati con l’assistenza di un tutor, ho riscontrato una grande preparazione degli argomenti, una vastità di proposte di interazione con i fruitori e un livello di coinvolgimento molto approfondito». Dolcini è membro del Ccbe–European Lawyers, con sede a Bruxelles, e ritiene che l’alta formazione per gli avvocati sia indispensabile a maggior ragione in questo periodo. «Una formazione di carattere sempre più internazionale – evidenzia – è fondamentale per poter svolgere la professione in Italia. Ormai si sta andando negli ultimi anni sempre più verso una professione internazionalizzata, grazie anche all’avvento delle nuove tecnologie e mezzi di comunicazione anche social, che ci permettono di comunicare con tutto il mondo avanzato in un click, partecipando a corsi, udienze, incontri professionali, webinar, in un modo che solo vent’anni fa era considerato fantascienza. Negli ultimi due anni tale direzione ha ricevuto una forte spinta anche dal periodo pandemico che stiamo vivendo, ma in ogni caso già nell’ultimo decennio le basi per una professione senza confini erano state poste, per poi essere approfondite, migliorate e contestualizzate nella nostra storia più recente». Il Cnf svolge un ruolo rilevante nell’incentivare l’alta formazione. «Sono venuta a conoscenza –aggiunge Dolcini – di questa innovativa possibilità offerta dal programma Help attraverso una comunicazione diretta da parte del Cnf. Sono convinta, e lo sarò sempre, di aver effettuato la scelta migliore nel momento in cui ho aperto il link di riferimento e mi si è aperto un mondo sugli argomenti trattati nei vari moduli proposti. Sono stata attratta soprattutto da quelle tematiche che riguardano la mia attività più da vicino. Mi riferisco alla tutela dei diritti delle donne vittime di violenza, di cui mi occupo tra le altre materie, alla tutela dei diritti delle minoranze, all’etica professionale per i ruoli nel mondo del diritto, alla tutela del diritto alla salute. Ma anche a come poter essere un legale preparato e specializzato per le società proprie clienti».

«Un impegno doveroso»

I corsi del programma Help sono un’occasione di crescita professionale e umana. Di questo è convinta l’avvocata Mara Giuseppina Bottone, con studio legale a Genova. «Ho incontrato – afferma – colleghe e colleghi molto preparati e il confronto è proseguito anche dopo il singolo corso. Il motivo che mi ha spinta a partecipare al corso sulla “Violenza contro le donne e violenza domestica” è legato al forte interesse nei confronti di questa materia sia come avvocata che come donna. In Italia solo nel 2021 sono stati riportati più di cinquanta casi di femminicidio. Purtroppo, viviamo ancora in una società con un forte retaggio maschilista. Studiare e approfondire le strategie per difendere i diritti delle donne è per me un dovere che va al di là dell’obbligo deontologico»- «Nel 2017 ho partecipato al corso “Lotta al razzismo, alla xenofobia, all’omofobia e transfobia”. È stata l’iniziativa più vicina alle materie affrontate nella vita professionale, per cui è stato facile trovare una rapida sintonia con tutti i partecipanti. Il secondo corso, quella di Bioetica, è stato il più impegnativo poiché molti argomenti erano per me completamente nuovi, per esempio il fine vita. Il corso è stato coordinato in maniera eccellente dal tutor e collega Giovanni Pansini che ha saputo coinvolgere tutti i partecipanti e ci ha fatto lavorare sodo con la redazione di un articolo di approfondimento. Il Consiglio nazionale forense da sempre è attento al tema dei diritti umani. Non solo con il Consiglio d’Europa, ma anche con altri organismi si fa promotore di valide iniziative volte a promuovere la cultura dei diritti fondamentali». Secondo l’avvocata Bottone, la formazione europea è la sfida più impegnativa che i legali saranno chiamati ad affrontare nel futuro prossimo. «L’aggiornamento – commenta – è uno degli strumenti per poter sostenere queste sfide. Sono una cittadina europea, per me è doveroso essere aggiornata sulle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo e della Corte di Giustizia dell’Unione europea. Il rispetto dei diritti umani, la democrazia, lo stato di diritto non sono qualcosa che si conquistano una volta e per sempre. La battaglia per i diritti umani è quotidiana, non possiamo permetterci il lusso di abbassare la guardia. L’applicazione del diritto dell’Unione europea e del diritto internazionale fatica ancora ad essere riconosciuta nella vita di tutti i giorni. Penso a molti uffici sia amministrativi che giudiziari, che ancora stentano a riconoscere la supremazia del diritto dell’Unione europea sul diritto nazionale».