L’iscrizione ad un albo professionale e ad una Cassa di previdenza non dovrebbe più stridere con lo status di lavoratore pubblico, seppur a tempo determinato. La rivoluzione riguardante i liberi professionisti ed il Pnrr, che sta prendendo sempre più forma, deriva da una proposta del ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, all’interno del decreto legge di attuazione del Piano. Nello specifico a chiarire il tema della permanenza ad un albo e l’iscrizione ad una Cassa è l’articolo 27 del provvedimento, la cui versione non è ancora definitiva. La norma stabilisce che i professionisti assunti a tempo determinato non vanno incontro alla cancellazione dall’albo di appartenenza e l’eventuale assunzione «non determina in nessun caso la cancellazione d’ufficio». Nessuna cancellazione neppure per le Casse private di previdenza alle quali si appartiene. Quanto si sta varando intende agevolare i professionisti che intendono partecipare ai concorsi per incarichi direttamente collegati al Piano nazionale di ripresa e resilienza e al suo monitoraggio. Proprio al Pnrr si rifanno i concorsi banditi dal ministero della Giustizia per l’ufficio per il processo, particolarmente attrattivi per i laureati in giurisprudenza e per gli avvocati. Questi ultimi iscritti tanto all’albo quanto alla Cassa forense.

L'avvocato Andrea Magnanelli, vicepresidente dell’Unaep ( Unione nazionale avvocati enti pubblici) ritiene che la norma contenuta nel decreto legge di attuazione del Pnrr «è un segno dei tempi» . «Il mondo del lavoro e delle professioni – dice al Dubbio - sta cambiando e le trasformazioni sono sotto gli occhi di tutti». «Già qualche anno fa – continua Magnanelli, che lavora presso l’avvocatura del Comune di Roma - si affrontò il tema del rapporto di lavoro part time per noi avvocati. La proposta del ministro Brunetta può rappresentare solo apparentemente una sorpresa. I professionisti che verrebbero assunti secondo la normativa sul Pnrr sono a tempo determinato. È pur vero, poi, che in Italia, tutto ciò che è a tempo determinato è destinato a diventare più duraturo del previsto. La scelta del ministro Brunetta mi sembra corretta e condivisibile. Per quanto riguarda la deroga al principio della libera professione degli avvocati questa esiste già. È una tradizione storica che riguarda noi avvocati degli enti pubblici, inquadrati in maniera diversa dagli avvocati dello Stato. Noi siamo iscritti all’albo. Un aspetto che potrebbe risultare anomalo concerne invece l’iscrizione alla Cassa. La proposta Brunetta mi sembra ragionevole, visto che parliamo di rapporto a tempo determinato. Sorgerebbero delle complicazioni invece se si dovessero interrompere i rapporti con la Cassa, aprire un nuovo rapporto con l’Inps e poi ritornare alla Cassa. Si tratta di passaggi che hanno oltretutto dei costi. I costi delle ricongiunzioni in questo modo verrebbero neutralizzati». Un’ultima riflessione il vicepresidente Unaep la rivolge al ricorso ai professionisti nella Pa: «Lo valuto positivamente per il contributo che possono dare in termini di preparazione e competenza. L’avvalersi da parte della Pa di competenze sperimentate altrove è una cosa che darà risultati molto buoni».