Si rischia un ritorno gradualmente, ai numeri allarmanti del sovraffollamento carcerario. «Aumenta, ormai con costanza, il numero dei detenuti. Oggi sono 54.240, con un aumento di 310 presenze soltanto negli ultimi 28 giorni. Un ritmo che suscita preoccupazione», osserva il Garante nazionale delle persone private della libertà.Si tratta, secondo quanto segnala il Garante, di un segnale in controtendenza rispetto alla riduzione che si era avuta nel 2020, anche a seguito dell’emergenza sanitaria. Allora i detenuti erano scesi da oltre 61mila di marzo 2020 a 53.387 alla fine di maggio. L’aumento riguarda anche le persone ristrette per pene inflitte (non residue) molto brevi, inferiori a 3 anni: oggi sono detenute in carcere per scontare una pena inferiore a un anno ben 1211 persone, altre 5967 per una pena da uno a tre anni. «Un dato numerico che da solo risponde a coloro che affermano che in Italia nessuno è in carcere per pene così brevi», denuncia il Garante. È un segnale che preoccupa il Garante nazionale dei diritti delle persone privare della libertà personale e che chiama a una riflessione attori diversi: da quelli territoriali alla magistratura sia di cognizione che di sorveglianza nonché chi ha responsabilità politica e amministrativa affinché vi siano volontà, rapidità nelle procedure e risorse che permettano di affrontare con modalità alternative – e certamente socialmente più utili – pene di così lieve entità. Monta, come ha scritto più volte Il Dubbio, una insofferenza che non riguarda solo i detenuti, ma anche gli agenti di polizia penitenziaria che non riescono più a far fronte agli eventi critici che si manifestano. Riforma a parte che riguarda un discorso a lungo termine e che non incide direttamente sugli aspetti dell’esecuzione penale, finora non è stata varata nessuna misura urgente, magari tramite un decreto carcere, che risolva il sovraffollamento estendendo dei benefici, la custodia cautelare come extrema ratio, il discorso dei detenuti con gravi problemi psichici e – come ha sottolineato il Garante nazionale – le persone ristrette per pene lievi da uno a tre anni.Come è noto, contro l'emergenza carceri - sovraffollamento, ma non solo - la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha firmato il decreto di costituzione di una Commissione - presieduta da Marco Ruotolo, professore ordinario di Diritto Costituzionale Università Roma tre - per "l'innovazione del sistema penitenziario" i cui lavori si chiuderanno entro il 31 dicembre 2021. La commissione è composta da persone di spessore, tra le quali c’è anche Daniela De Robert del collegio del garante nazionale. Ma i tempi, come la storia insegna se pensiamo alle commissioni dei governi precedenti, sono lunghi e il rischio che infranga con un nulla di fatto è reale. A questo proposito Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, dichiara: «Nel disegno di legge di bilancio approvatodal Consiglio dei ministri le carceri e il Corpo di polizia penitenziaria vengono totalmente ignorati».