«Sono infondati i timori di parzialità all’interno della commissione ispettiva istituita per far luce sulle rivolte nelle carceri». Così ha risposto la ministra della giustizia Marta Cartabia all’interpellanza parlamentare che ha visto come prima firmataria la deputata del Pd Giuditta Pini. Si chiedeva conto della commissione, facendo riferimento anche a quanto pubblicato da Il Dubbio, sulla presenza di Marco Bonfiglioli, dirigente in servizio al carcere di Modena nel periodo della rivolta, in seguito alla quale morirono nove detenuti e su cui sono in corso inchieste. Ricordiamo che ad agosto scorso, la deputata Pini aveva chiesto chiarimenti alla guardasigilli, partendo dalla questa domanda: «Perché, come riportato da Il Dubbio, nel pool del ministero che dovrà far luce sui pestaggi ed eventuali carenze nei soccorsi di quelle ore sono presenti anche dirigenti che hanno gestito quelle stesse ore a Modena? Quali criteri di selezione sono stati individuati per la selezione dei componenti della commissione ispettiva istituita dal ministero della Giustizia? Non è inopportuno che ci sia fra chi ha il compito di verificare gli abusi anche chi in quei giorni ha avuto compiti dirigenziali? E per quale motivo sono stati esclusi dalla composizione della commissione figure come i garanti dei detenuti?». La deputata del Pd ha anche ritenuto che occorra integrare la composizione della commissione con le figure dei garanti dei detenuti e con altre figure, «senza subordinare il loro ruolo a sottocommissioni, per evitare strumentalizzazioni e polemiche sull'importante operato di indagine della commissione stessa». La ministra Cartabia, dopo aver spiegato la funzione della commissione e la sua composizione, ha così risposto sul punto: «Le eventuali incompatibilità, anche territoriali, indicate dagli interpellanti con riferimento al dott. Marco Bonfiglioli, siccome dirigente in servizio presso il carcere di Modena proprio durante i fatti dell’8.3.2020, quindi colà presente nei momenti successivi ove si sarebbero verificate gravi condotte poste in essere da operatori penitenziari, pur oggetto di denunzie di irregolarità, oltre che da indagini giudiziarie, ben potranno e saranno vagliate dalla Commissione stessa sotto la supervisione del suo Presidente , sì da risultare infondati timori di eventuali parzialità o minor trasparenza dei lavori». Per la deputata Pini, la risposta della guardasigilli è «burocratica e deludente, perché non sembra si sia voluto capire la questione, né la sensibilità che c'è a livello cittadino sul tema e quale fosse il problema, che non era personale, ma di volere una commissione il più terza possibile, i cui risultati che ci saranno nei prossimi mesi, possano costituire una risposta accettabile alla richiesta di chiarimenti sulle violenze di quei giorni». Anche Il Dubbio prende atto della risposta, rimarcando che non c’è alcuna questione personale con il dottor Bonfiglioli. Il tema riguarda la terzietà: anche al livello puramente formale, sarebbe stato più opportuno scegliere addetti ai lavori – i quali non mancano – privi di potenziali “conflitti di interesse”.