Ha creato inevitabili polemiche il fatto che il giudice valuterà tra tre anni se accogliere o meno la richiesta di archiviazione sullo strano suicidio del 21enne Hassan Sharaf avvenuto nell’oramai famigerato carcere Mammagialla di Viterbo. Il caso è arrivato in Parlamento grazie all’interrogazione appena depositata dal deputato Riccardo Magi di +Europa.

Hassan Sharaf, il 23 luglio 2018, viene ritrovato impiccato nella cella

Rivolgendosi alla ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ripercorre la vicenda del ragazzo. Hassan Sharaf, il 23 luglio 2018, viene ritrovato impiccato nella cella di isolamento dove era stato trasferito da appena due ore. Il 30 luglio 2018, dopo sette giorni di agonia, Hassan muore nell’ospedale di Belcolle. Si legge ancora che il ragazzo, già durante la visita di una delegazione del garante regionale dei detenuti Anastasia, aveva mostrato alcuni segni rossi su entrambe le gambe e dei tagli sul petto che, secondo il suo racconto, gli sarebbero stati provocati da alcuni agenti di polizia che lo avrebbero picchiato il giorno prima. Il Garante, al quale il ragazzo aveva riferito di avere «molta paura di morire», ha presentato due esposti sulla vicenda di Hassan, uno precedente e uno successivo alla sua morte. In risposta all’interpellanza del deputato Magi del 1° febbraio 2019, dove tra l’altro fa riferimento agli articoli de Il Dubbio, il governo riferiva che «era stato aperto un procedimento penale a carico di ignoti, ipotizzando il reato di cui all'articolo 580 del codice penale: istigazione o aiuto al suicidio» e che «nel corso delle indagini veniva acquisita tutta la documentazione sanitaria, e nell'interesse si procedeva a perizia necroscopica sul cadavere. Venivano, altresì, acquisite le immagini di sorveglianza interna della casa circondariale, le telefonate intercorse tra il detenuto e la madre – unica persona con la quale egli aveva contatti durante il periodo di detenzione – e le lettere ricevute. Inoltre, la polizia giudiziaria, delegata alle indagini, provvedeva all'escussione di numerose persone informate sui fatti».

Dopo l’apertura del fascicolo, la Procura ha chiesto l’archiviazione

Riccardo Magi, nell’interrogazione appena depositata, sottolinea che sarebbe agli atti un video in cui Hassan si avvicina alle sbarre, protendendo le braccia verso le guardie, e si taglia ripetutamente le vene. Pochi minuti dopo, alle 14,02 del 23 luglio 2018, un agente di custodia entra in cella e lo colpisce al volto, con violenza; 40 minuti dopo, gli agenti di custodia tornano davanti alla cella del giovane egiziano, dove lo trovano impiccato. Magi evidenzia che dopo l’apertura del fascicolo, la Procura ha chiesto l’archiviazione del caso. L’unico procedimento che è stato aperto è quello per percosse che due agenti avrebbero dato al giovane prima di spostarlo in isolamento. Il 15 dicembre i due agenti compariranno davanti al giudice Elisabetta Massini con l’accusa di abuso dei mezzi di correzione. Ed ecco il fatto davvero singolare che ha scatenato polemiche: «È stata fissata addirittura al 2024 – scrive Magi nell’interrogazione -, ovvero a sei anni dalla morte di Hassan, l’udienza per esaminare l’opposizione contro la richiesta di archiviazione, presentata dai familiari, dall’ambasciata egiziana e da una Ong per i diritti umani».

Magi chiede quali siano gli esiti dell’indagine ispettiva del provveditorato regionale del Lazio

Il deputato di + Europa ritorna di nuovo alla sua interpellanza, dove il governo riferiva che «il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, per il tramite della direzione generale dei detenuti e del trattamento, in data 31-7-2018, subito dopo il decesso del detenuto egiziano Sharaf Hassan, dava disposizione al provveditorato regionale del Lazio di eseguire un'indagine ispettiva volta a ricostruire le cause e le modalità dell'evento», dei cui esiti si era in quel momento in attesa. Magi chiede che sia fatta luce sull'accaduto, perché avere certezza sulle reali condizioni e sul rispetto dei diritti degli istituti penitenziari «è una priorità che non riguarda solo i detenuti ma tutti i cittadini». Quindi pone alla ministra della Giustizia Cartabia i seguenti quesiti: «Quali siano gli esiti dell’indagine ispettiva del provveditorato regionale del Lazio sulla morte di Sharaf Hassan; se non ritenga necessario disporre un’ispezione presso il Tribunale al fine di verificare le ragioni di un rinvio dell'udienza di opposizione all'archiviazione sul caso illustrato in premessa, che appare così lontano nel tempo da pregiudicare le esigenze di tempestività dell’azione penale e da suscitare dubbi sul corretto esercizio della funzione giudiziaria».