La procura di Viterbo sta svolgendo indagini al carcere di Viterbo con l’apertura di diversi fascicoli su alcuni suicidi e un procedimento penale a carico di ignoti in merito al presunto pestaggio – segnalato da Il Dubbio avvenuto nei confronti del detenuto Giuseppe De Felice. A renderlo noto è il sottosegretario alla Giustizia Vittorio Ferraresi del Movimento Cinque Stelle rispondendo all’interpellanza urgente presentata dal deputato Riccardo Magi di + Europa, sottolineando che il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria si è attivata fin da subito per poter procedere alle ispezioni. Nell’interpellanza, il radicale Magi ha chiesto se i fatti riportati rispondano al vero e se il ministro interpellato «non ritenga di dover promuovere con urgenza un'ispezione presso il carcere di Viterbo per verificare il rispetto della legge e dei diritti dei detenuti garantiti dalla Costituzione e dalle convenzioni internazionali, al fine di evitare in futuro il ripetersi dei fatti riportati in premessa».

A quali fatti si riferisce? Uno riguarda la denuncia riportata dal Dubbio, da parte della moglie di De Felice, il 31 enne ristretto nel carcere di Viterbo, il quale sarebbe stato picchiato selvaggiamente dagli agenti penitenziari. De Felice, precedentemente recluso a Rebibbia, è nel carcere laziale da circa un mese. Si trovava nel quarto piano D1, quando, come riferito dalla moglie , «gli hanno perquisito la cella, messo a soqquadro tutto e hanno calpestato la foto che ritraeva noi due; mio marito ha reagito urlandogli contro, prendendoli a parolacce». A quel punto un agente penitenziario lo avrebbe portato sulla rampa delle scale e una decina di agenti penitenziari, senza farsi vedere in volto, lo avrebbero massacrato di botte. De Felice ha raccontato alla moglie che gli agenti avrebbero indossato dei guanti neri e una mazza bianca per picchiarlo. «Si tratterebbe – spiega Magi durante l’interpellanza -, se confermato, di un episodio gravissimo, tra l'altro in un carcere che ha fama di essere un istituto “punitivo”, e in cui negli ultimi mesi si sono verificati due suicidi». Il deputato riporta il caso di altri due suicidi citati dal Dubbio. Uno riguarda Di Nino Andrea, un detenuto che si è suicidato quest’estate. Nell’interpellanza, citando sempre la ricostruzione del nostro giornale, Riccardo Magi racconta che i vicini di cella avrebbero chiesto agli agenti di intervenire dopo che il detenuto, in stato di forte agitazione, aveva urlato che si sarebbe suicidato, ma gli agenti avrebbero sottovalutato il problema e sarebbero ritornati dopo due ore, quando oramai il ragazzo era morto con il cappio ricavato dal lenzuolo. L’altro episodio avvenuto sempre quest’estate nel carcere di Viterbo, riguarda il suicidio di Hassan Sharaf, un egiziano di 21 anni che avrebbe finito di scontare la pena il 9 settembre, ma è stato trovato impiccato nella cella di isolamento dove era stato trasferito da appena due ore. Il ragazzo, durante la visita di una delegazione del garante regionale dei detenuti, mostrò all'avvocata Simona Filippi alcuni segni rossi su entrambe le gambe e dei tagli sul petto che, secondo il suo racconto, gli sarebbero stati provocati da alcuni agenti di polizia che lo avrebbero picchiato il giorno prima. Il Garante Anastasia ha fatto un esposto sulla vicenda di Hassan, che aveva riferito al garante di avere «molta paura di morire».

Come detto, il sottosegretario Ferraresi ha risposto che attualmente la Procura sta compiendo accertamenti su tutti i casi elencati e ha sottolineato che il ministro della Giustizia, dopo la pubblicazione dell’articolo de Il Dubbio sui presunti pestaggi, ha subito attivato il Dap per effettuare l’ispezione necessaria previo il nulla osta dell’autorità giudiziaria. Ma essendoci una indagine in corso, ancora non è stato possibile. Ferraresi ha tenuto a precisare che è alta l’attenzione del ministero sulle vicende viterbesi.