Arriva in Parlamento l’interrogazione sulla questione della colazione, pranzo e cena con un costo di euro 2,39 mentre contemporaneamente il sopravvitto (i cui costi sono a carico dei detenuti) è appannaggio della stessa ditta che fornisce il vitto con qualità e quantità scarse. La Corte dei Conti, come riportato da Il Dubbio, ha bloccato il contratto siglato a giugno che prevedeva condizioni a dir poco allarmanti per la somministrazione del vitto a Rebibbia.

La Corte dei Conti dà ragione alla garante di Roma

A settembre scorso, la Corte dei Conti della sezione di controllo del Lazio, ha assunto una importante pronuncia: con le delibere 101-104/2021, relatore Ottavio Cale -, dando ragione, fra gli altri, al Garante per i diritti dei detenuti di Roma, Gabriella Stramaccioni, che aveva lamentato le speculazioni sul cibo dei reclusi -, ha negato il visto e la registrazione di alcuni decreti del Provveditorato regionale del Lazio, Abruzzo e Molise del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria. Si tratta dei 4 decreti di approvazione di altrettanti contratti di fornitura del vitto, nel triennio 2021-2023, rispettivamente negli istituti penitenziari di Rebibbia a Roma per quasi 4,5 mln di euro, di Civitavecchia e Viterbo per 2,2 mln, di Campobasso, Isernia, Larino, Avezzano, L’Aquila, Sulmona per 2,5 milioni, e di Frosinone, Cassino e Latina per 1,7 milioni.

Per la Corte dei Conti c'è «evidente detrimento del principio di qualità delle prestazioni»

La senatrice Margherita Corrado, della commissione Antimafia, ha elencato i nomi delle imprese aggiudicatarie degli appalti. Nell’ordine, per i primi due contratti la Ditta Domanico Ventura srl, con sede a Napoli, di proprietà dei fratelli Achille e Umberto Ventura, che nella città partenopea gestiscono anche il Circolo Canottieri, per il terzo la Rag. Pietro Guarnieri-figli srl, di Putignano (Ba), per il quarto la Sirio srl. di Cercola (Na). Le offerte, in base alla lex specialis di gara, contestata essa stessa dalla Corte, sono riferite solo al servizio principale e obbligatorio di vitto, mentre l’attivazione del sopravvitto è opzionale e può essere gestito internamente o esternalizzato. Quanto ai prezzi, benché nel 2020 la base d’asta sia stata incrementata da 3,90 a 5,70 euro, e la media nazionale si aggiri intorno a 3,92 euro, la Ditta Domanico Ventura srl ha offerto un ribasso del 58%: 2,39 euro giornalieri pro capite, la Rag. Pietro Guarnieri-figli S.r.l. è andata oltre, con un ribasso del 60,52%, offrendo dunque 2,25 euro, mentre la Sirio si è accontentata del 47%, con 3,00 euro. «Di qui - osserva la Corte -, l’apparente insostenibilità economica del servizio di vitto ove svincolato dai ricavi del sopravvitto e l’evidente detrimento del principio di qualità delle prestazioni».

Presentata un'interrogazione dopo il nostro articolo del 21 settembre

I membri del gruppo misto composto dai senatori Margherita Corrado, Luisa Angrisani, Laura Granato ed Elio Lannutti, hanno presentato l’ interrogazione parlamentare esordendo con le motivazioni della pronuncia della Corte dei Conti, evidenziando che ha risvegliato parte della stampa, «tanto che un articolo su Il Dubbio del 21 settembre 2021, "Corte dei Conti: vitto e sopravvitto a Rebibbia irregolare e diritti lesi" – si legge nell’interrogazione - , precisa che da tempo i detenuti di Rebibbia hanno denunciato l'insufficienza del vitto e i costi esorbitanti del sopravvitto. Denunce raccolte dalla garante dei detenuti di Roma, Gabriella Stramaccioni, che segue questa vicenda sin da quando ha assunto la suddetta funzione».Quello che chiedono è «di sapere di quali informazioni siano in possesso i Ministri in indirizzo sulla questione e quali iniziative intendano assumere per garantire ai detenuti negli istituti di pena i basilari principi umanitari desumibili dagli articoli 27 e 32 della Costituzione, nonché il rispetto di quanto disciplinato dalla legge 26 luglio 1975, n. 354».