Sono solo cinque i giorni che la maggioranza ha per trovare un accordo sul parere da inviare al governo in merito ai decreti attuativi di recepimento della direttiva europea sulla presunzione di innocenza. Sono pochissimi, e c’è pure un week end di mezzo che non aiuta gli sforzi di mediazione su un argomento molto divisivo quale quello della gogna mediatica e del protagonismo di certi magistrati requirenti.

Presunzione d'innocenza, le posizioni dei partiti

Per ben due volte è stata concessa alla commissione Giustizia della Camera un proroga per trovare una quadra, perché da via Arenula sono consapevoli che il problema esiste ma sperano in un risultato condiviso, che segua il metodo Cartabia. Al momento da una parte ci sono M5S e Partito democratico, dall’altro Lega, FdI, Forza Italia, Iv, Coraggio Italia che appoggiano il parere del relatore Enrico Costa, responsabile giustizia di Azione, il quale proprio ieri da twitter è tornato a polemizzare con i dem: «Ho presentato un parere contro le inchieste spettacolo, i pm star mediatici, gli atti spiattellati sui giornali: tutti a favore tranne M5S e, ovviamente Pd e Leu a rimorchio. I dem mi accusano di spaccare la maggioranza, solo perché non dico loro signorsì». Dall’altra parte appunto il Partito democratico che considera Costa un «battitore libero» divenuto «inesorabile nella sua strategia di puntare alle divisioni della maggioranza anziché dare valore ai risultati raggiunti negli ultimi mesi».

In fondo da centrosinistra rivendicano di essere riusciti a convincere i pentastellati non solo ad abbandonare la proposta di introdurre l’uso dei trojan per le nuove norme anti-riciclaggio, ma anche a sostenere il testo di via Arenula sulla presunzione d’innocenza, facendo loro accantonare qualsiasi richiesta di modifica. Ma a riguardo, Costa obietta: «Se non fosse stato per la mia perseveranza, col cavolo che avremmo recepito la direttiva: il Pd aveva bocciato in passato la mia richiesta. E comunque sono rimasto un po’ sconcertato dall’attacco personale mossomi dai dem», dice al Dubbio il deputato e relatore del parere sul decreto “garantista”, «io mi rivolgo sempre ai partiti, non faccio attacchi personali. Forse non hanno il coraggio di confrontarsi con Azione? Sono sempre pronto a trovare la sintesi sul parere, ma se questo significa azzerarlo del tutto, allora forse è il caso che si cerchino un altro relatore». E ancora: «I Cinque Stelle hanno forse dimenticato la lettera di scuse ad Uggetti che Luigi Di Maio consegnò al Foglio? Quello per cui il ministro si è scusato è proprio quello che vogliamo evitare con questa direttiva. Prendiamo atto che il suo partito non sta seguendo Di Maio».

In conclusione assicura: «Conosco molto bene la sensibilità della ministra Cartabia sul tema, qualsiasi decisione prenderà la accetterò serenamente». Quasi sicuramente a via Arenula non sarebbero pronti ad accogliere quella parte del parere di Costa che prevede il “divieto di comunicazione dei nomi e delle immagini dei magistrati relativamente ai procedimenti e processi loro affidati”.

Sempre in merito ai lavori della commissione Giustizia sulla presunzione d'innocenza, il presidente Mario Perantoni, esponente del M5S, ha dichiarato: «Entro lunedì ho chiesto ai gruppi di inviare le loro proposte per rimodulare la disciplina dell’ergastolo ostativo alla luce del pronunciamento della Corte costituzionale. Abbiamo necessità di arrivare con urgenza ad una sintesi e confido perciò nella responsabilità da parte di tutti».