Questa volta le toghe (o ex) in politica non sfondano. Le suppletive del collegio di Roma Primavalle non regalano infatti la sorpresa sperata da Luca Palamara, che si ferma al sei per cento, mentre Catello Maresca viene staccato di quaranta punti a Napoli dall’ex ministro dell’Università del Conte bis, Gaetano Manfredi. Tiene invece Luigi De Magistris, che era in corsa per la guida della Regione Calabria, ma deve accontentarsi del terzo osto dietro a Roberto Occhiuto del centrodestra e Amalia Bruni del centrosinistra. «È l’inizio di un percorso, una base di partenza - ha detto Palamara a spoglia ancora in corso ma a risultati ormai chiari - dovendo fronteggiare due schieramenti così grossi sapevo quello a cui andavo incontro, ma il mio impegno continua, sia per squarciare il velo di ipocrisia su quanto avvenuto nella magistratura, sia per rappresentare le istanze di questo territorio». Un velo di ipocrisia che l’ex presidente dell'Anm ha esposto nel suo libro Il Sistema e che per un attimo aveva fatto credere a un sostegno nel collegio di Forza Italia e di tutto il centrodestra. Quando l’ipotesi è saltata e la coalizione ha scelto Pasquale Calzetta, opposto ad Andrea Casu del centrosinistra, che ha vinto la partita. «Ringrazio i cittadini che mi hanno sostenuto - ha concluso Palamara - adesso il mio intendimento è continuare a rafforzare questo percorso». In mattinata Palamara aveva anche Polemizzato con Giancarlo Caselli, con tanto di nota. «Invece di utilizzare il mio nome con le urne ancora aperte, cercando magari di influenzare negativamente gli elettori, parlando ancora delle nomine in magistratura, perché non risponde a quello che ha detto Claudio Martelli, ovvero chiarendo come avvenne la sua nomina alla Procura di Palermo? - si è chiesto Palamara rispondendo a un articolo apparso su La Stampa - Ho già dato mandato ai miei legali di adire le vie giudiziarie per tutelare la mia onorabilità ed affrontare pubblicamente con Caselli a quali magistrati si riferisce quando utilizza la parola “sistema laido” e se il “sistema laido” comprende anche gli incarichi conferiti ai magistrati dopo le pensioni e quelli conferiti ai loro familiari». La sfida di Catello Maresca a Napoli è apparsa invece in salita sin da subito ed è diventata quasi impossibile quando quattro liste a suo sostegno, compresa quella della Lega, sono state estromesse dal voto per non aver presentato in tempo i documenti necessari. La candidatura del magistrato, in aspettativa, era sostenuta da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, ma era stato Matteo Salvini a spingere per la sua corsa verso palazzo San Giacomo. Salvo poi lasciarlo indietro con l’estromissione della lista del Carroccio con relativa sfuriata contro i vertici locali del partito. Quando la sconfitta era evidente, è arrivata anche la tradizionale telefonata al candidato ormai eletto, con relative congratulazioni. De Magistris aveva invece deciso di correre per la Regione Calabria dopo dieci anni passati proprio a palazzo San Giacomo, eletto prima nel 2011 e poi rieletto al primo turno nel 2016. Tra le liste in suo sostegno anche “Un’altra Calabria è possibile”, nella quale era candidato anche Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace pochi giorni fa condannato dal tribunale di Locri a tredici anni e due mesi di reclusione per reati legati alla sua attività da primo cittadino.