Il disegno di legge presentato dal Movimento Cinque Stelle per - come hanno annunciato loro stessi - disciplinare “un nuovo ergastolo ostativo”, è orientato, di fatto, a neutralizzare le indicazioni della Cedu e della Corte Costituzionale sulla incompatibilità della pena detentiva gravata da una assoluta ostatività. Leggendo il documento redatto dall’Osservatorio carcere delle Camere penali, tale proposta “stellata” - a differenza del ddl del Pd a firma della deputata Enza Bruno Bossio - presenta profili incompatibili con la Costituzione. Stesso discorso per la proposta di Fratelli d’Italia.

Basterebbe leggere la premessa del ddl sul nuovo ergastolo ostatitivo 5Stelle che, in perfetta sintonia con taluni magistrati inquirenti, scrivono testualmente di voler «scongiurare che il percorso di frontale contrasto della criminalità organizzata venga disarticolato a causa di mal interpretati e mal metabolizzati princìpi relativi alla funzione rieducativa della pena». Sempre secondo il testo di legge grillino, la decisione della Corte Costituzionale 253/ 2019 pare che abbia sottoposto «gli stessi magistrati a forti pressioni e pericoli di condizionamento dovuti all’elevata pericolosità sociale dei detenuti i cui casi sono oggetto di decisione».

Sulla stessa linea i magistrati Sebastiano Ardita, Gian Carlo Caselli e Roberto Scarpinato. Quest’ultimo, in particolare, dice che la normativa sul nuovo ergastolo ostativo «è attesa da molti capi mafia, abbiamo segnali di attenzione». Non solo, sempre Scarpinato, in particolare, aggunge che bisogna «evitare che escano dal carcere importanti capi mafia che non si sono affatto ravveduti». Ma chi non è ravveduto, in carcere ci rimane.

Le indicazioni della Consulta, per l’acceso dei benefici ai non collaboranti detenuti all'  ergastolo ostativo, sono chiare. Tra l’altro, non basta nemmeno il semplice ravvedimento di facciata. Ma nulla da fare, c’è una convergenza di idee tra il M5S, Fratelli d’Italia ( le destre in sostanza) con i magistrati antimafia sentiti in commissione Giustizia della Camera.

Sembra che tutto si sia fermato a 30 anni fa, quando c’era lo stragismo e si dovettero varare le leggi emergenziali, tra i quali quella che è attualmente in discussione. Le proposte di legge sono conforme ai dettami costituzionali?

L’Osservatorio carcere delle Camere penali, presieduto dagli avvocati Riccardo Polidoro e Gianpaolo Catanzariti, smonta uno per uno i punti critici. Il primo riguarda il discorso dello “scioglimento del cumulo” dei reati ostativi. Che cos’è? Semplificando, se il detenuto è stato condannato per un reato ostativo e un reato semplice ( cumulo di pene), il detenuto potrà beneficiare delle misure alternative alla detenzione quando avrà espiato la quota- parte di pena relativa alle ipotesi delittuose ostative. Cosa propongono i 5Stelle? L’osservatorio carceri, senza mezzi termini, denuncia che si vuole estendere, «in maniera surrettizia, il catalogo, già ampio ed eterogeneo, dei reati ostativi indicati nell’art. 4 bis op, facendovi rientrare, nei fatti, reati non esplicitamente ostativi». Proposta che va contro l’orientamento di varie sentenze della Cassazione.

Altra criticità della proposta grillina per il nuovo ergastolo ostativo, è quella relativa all’inserimento «di requisiti maggiormente stringenti in ordine all’acquisizione di elementi tali da escludere l’attualità di collegamenti con la criminalità organizzata e il pericolo del ripristino di tali collegamenti». Eppure, fa notare il documento dell’Osservatorio carceri, i paletti – già estremamente rigidi – sono indicati dalla Corte costituzionale e dalle sentenze della Cassazione. A detta dei penalisti, sembrerebbe che ci sia la volontà di conservare l’ergastolo ostativo, perdendo di vista «l’obiettivo e le sollecitazioni della Corte cstituzionale a evitare disarmonie e a rendere pienamente compatibile il percorso differenziato per i reati ostativi con la funzione rieducativa della pena cristallizzata nell’art. 27 della Costituzione».

Altro punto fortemente critico, è quello di togliere ai magistrati di sorveglianza “territoriali”, per accentrarle nel tribunale di sorveglianza di Roma, tutte le decisioni sulla concessione dei benefici agli ergastolani ostativi. In sostanza, è esattamente come accade oggi nei confronti dei 41 bis. Tale proposta, di fatto, è uno schiaffo e mancanza di fiducia a tutti quei magistrati di sorveglianza che seriamente e con scrupolosità svolgono il proprio lavoro.

Il documento dell’Osservatorio carcere, denuncia che tale previsione, del tutto scollegata alle sollecitazioni della Consulta, «preoccupa sia perché prosegue lungo una chiara politica di sfiducia verso l’operato della magistratura di sorveglianza che invece svolge un ruolo altamente qualificato in un settore che manifesta sempre più gravi carenze strutturali e di sistema oltre che una funzione di contenimento democratico del sistema carcerario; sia perché rischia di aggravare le condizioni di lavoro del tribunale di sorveglianza accentrato già oggi gravato da deficit di organico e di risorse che rendono sofferente la risposta tempestiva della magistratura romana all’esecuzione penitenziaria».

Oltre a ciò, viola gravemente il principio della giurisdizione della prossimità strettamente connesso alla fondamentale azione trattamentale del detenuto in funzione di risocializzazione costituzionale. Leggendo il documento dell’osservatorio delle Camere penali, si potrebbe trarre questa conclusione: se dovesse passare la proposta grillina e di Fratelli D’Italia, in sostanza, si rischia di “restaurare” l’ergastolo ostativo e la Consulta sarà di nuovo risommersa di ricorsi.