"Come già affermato in altre sedi, come associazione a tutela dei praticanti siamo estremamente soddisfatti del fatto che si sia deciso di prorogare il c.d. orale rafforzato anche per la sessione 2021 dell’esame di abilitazione all’esercizio della professione forense". A dirlo è Claudia Majolo, presidente dell'Unione praticanti avvocati (Upa), dopo l'annuncio della ministra della Giustizia Marta Cartabia che ha confermato le stesse modalità per la prossima sessione di esame: niente prova scritta, e doppio orale. "In questo modo – spiega Majolo – avremo un esame rapido e più equo rispetto al modello tradizionale improntato su tre prove scritte e una prova orale. Mi è pertanto doveroso ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile, al fine di garantire la salute e la sicurezza dei candidati, abbattere il dogma delle tre prove scritte di cui R.D. del 1993: il Ministero della Giustizia Marta Cartabia, i Sottosegretari Sisto e Macina e il Consigliere giuridico per le libere professioni Gatta.Non da ultimo, è anche da sottolineare anche il fondamentale sostegno e apporto del Consiglio Nazionale Forense e, in particolare, della Presidente Maria Masi e del Consigliere Vincenzo di Maggio (la cui conoscenza in materia è sconfinata); il loro contributo è stato certamente decisivo per far valere i diritti della futura giovane avvocatura". "Tuttavia – sottolinea la presidente di Upa – come associazione abbiano dovuto constatare che l’applicazione concreta di questa nuova tipologia di esame abbia comunque fatto emergere alcune criticità (comprensibili, data la novità e sperimentalità della nuova normativa). Tra queste, la più importante e significativa è la mancata centralizzazione dei quesiti di cui alla prima prova; tale circostanza ha provocato evidenti problemi, dato che le sottocommissioni non sempre hanno applicato le linee guida emanate dalla Commissione Centrale. Per cercare di correggere queste storture – conclude Majolo – abbiamo elaborato un dossier in cui abbiamo evidenziato tutti i vari problemi riscontrati, proponendo all’uopo delle specifiche soluzioni. Nei prossimi giorni invieremo il documento sia al Ministero che al Cnf; auspico che queste semplici modifiche di buon senso possano essere accolte nell’ottica di preservare l’obiettivo comune di un esame di abilitazione celere, altamente selettivo e, soprattutto, equo e uniforme in tutte le corte d’appello".