A soli due giorni dal voto, la commissione parlamentare Antimafia, presieduta dal senatore grillino Nicola Morra, presenta la lista definitiva dei cosiddetti "impresentabili" alle amministrative. Sono in tutto dieci: 9 alle Comunali e uno alle Regionali. Di questi, quattro sono candidati alle Comunali di Roma. Si tratta di Marcello De Vito, Maria Capozza - entrambi di Forza Italia - e di Viorica Mariuta e Antonio Ruggiero, di Movimento Idea Sociale. A spiccare, tra tutti, è il nome di Marcello De Vito, ex M5S e presidente dellassemblea Capitolina in questa legislatura, ora candidato nelle liste di Forza Italia per il Comune di Roma con Enrico Michetti, a cui carico cè un decreto di giudizio immediato per corruzione per atti contrari ai doveri dufficio. Una scelta che, però, non sorprende Carlo Calenda che, in una piazza del Popolo gremita di sostenitori accorsi per la chiusura della sua campagna elettorale, commenta a LaPresse: «Non cera bisogno. Era già inserito dufficio, diciamo». Tra gli impresentabili cè anche lex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, condannato ieri in primo grado a 13 anni e due mesi di reclusione nel processo sui presunti illeciti nella gestione dei migranti nellambito del processo Xenia. Lucano è candidato allassemblea regionale della Calabria a sostegno delluscente sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. La Commissione definisce "impresentabile" un candidato in base a criteri che rinviano alla cosiddetta legge Severino e al codice di autoregolamentazione Antimafia. Si può dunque essere considerati "impresentabili" nel caso di condanne, anche se non definitive, per alcune tipologie. «Questa sentenza ha dimostrato che cè in Italia un problema di applicazione della norma», commenta il presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra,r iguardo alla condanna dellex sindaco Mimmo Lucano. «Mi piacerebbe che la stessa attenzione e inflessibilità mostrata con il candidato ed ex sindaco Lucano venisse manifestata da altri tribunali e procure nei confronti di soggetti che magari sono stati oggetto di esposto o denuncia senza che vi sia stato alcun provvedimento da parte delle procure che, evidentemente, avranno accertato la non sussistenza dei fatti denunciati, questo posso concludere, o forse  no».