Vuole stemperare i toni della polemica con l'Anma Catello Maresca, candidato del centrodestra a Napoli: «Nessuno scontro all'interno della magistratura. Le mie sono state considerazioni da giurista che ha scelto di entrare in politica» ci dice in questa intervista. Cosa era successo: il 13 settembre il Tar ha deciso che le liste “Catello Maresca”, “Maresca Sindaco” e la lista leghista “Prima Napoli” non potranno partecipare alla tornata elettorale delle elezioni amministrative di Napoli del 3 e 4 ottobre prossimo. Oggi è attesa la decisione del Consiglio di Stato a cui si sono appellati gli avvocati del sostituto procuratore in aspettativa.

La polemica di cui vi parliamo è nata perché Maresca ha così commentato la decisione dei magistrati amministrativi: «Una scandalosa decisione politica che sancisce la morte della democrazia: la forma non può vincere sulla sostanza». A queste parole è arrivata subito la replica dell'Anma - Associazione nazionale magistrati amministrativi -, per voce della presidente Gia Serlenga: «Siamo sconcertati nel registrare le dichiarazioni di questi ultimi giorni del candidato sindaco Maresca. L’allusione alla politicizzazione della funzione giurisdizionale è gravissima ed è ancor più grave che provenga da un magistrato».

Dottor Maresca, la questione è stata letta come un duro scontro all’interno della magistratura.

Da parte mia non c'è nessuno scontro. A me dispiace che certe dichiarazioni possano essere il frutto di una interpretazione sbagliata delle mie parole. Mi fa quindi piacere chiarire che io non ho nulla contro i colleghi. Da magistrato, anche se in aspettativa, rispetto le sentenze della magistratura amministrativa. Qualunque sia la decisione che prenderà oggi il Consiglio di Stato la rispetteremo.

Appena è uscita la sentenza del Tar mi sono permesso di commentare da giurista che c'era stata una interpretazione troppo restrittiva della norma. Questo è il dato che volevo esprimere e l'ho fatto nella concitazione del momento in maniera chiara. Così come ho detto che avremmo, essendo previsto in uno Stato democratico, fatto appello e auspicato in un altro tipo di decisione con una interpretazione correttiva, con la massima serenità. Ribadisco: rispettiamo le sentenze ma le decisioni possono essere commentate tecnicamente. Altrimenti non avremmo neanche fatto appello.

Però l'Anma è stata molto dura nei suoi confronti.

Lo capisco perché leggendo alcuni titoli di giornale può arrivare un messaggio sbagliato. Come lei sa, spesso negli articoli si riporta solo una parte del discorso, mentre oggi sono contento di poter fare con lei un ragionamento completo.

La sua frase che forse più ha irritato l'Anma è stata: “Una scandalosa decisione politica che sancisce la morte della democrazia”. Rimpiange di averla detta?

Questo è il profilo politico. Nel momento in cui ho scelto di candidarmi ho anche diritto di esprimere politicamente delle valutazioni. Quella espressione quindi è da politico, non da magistrato. È chiaro che io politicamente ritengo che la democrazia sia partecipazione. E che quest'ultima sia la più ampia possibile: per questo ho espresso le mie felicitazioni all'altra candidata sindaco, Alessandra Clemente, quando la sua lista è stata riammessa dopo essere stata esclusa per un errore formale.

Se la partecipazione viene limitata a prescindere, è lecito che io possa lamentarmi sia se riguarda le mie liste sia se tocca le liste degli avversari. È una sconfitta per la democrazia quando vengono escluse delle liste e credo di avere non solo il diritto ma anche il dovere di sottolineare politicamente questo aspetto.

Ma lei ha mai contestato così duramente delle norme, delle decisioni?

Questo è un altro discorso ancora. Io ho fatto presente che nel 2021 appare alquanto anacronistico che occorra consegnare tutto il materiale per presentare le liste in base ad una legge di 40 anni fa. Il problema sta tutto lì: una montagna di carte da consegnare, ancora a mano, entro un certo tempo. Per questo abbiamo previsto che ci fossero due persone che collaborassero con i nostri delegati per la consegna all'ufficio elettorale del Comune. Queste due persone pur essendo arrivate alle 11:58, quindi due minuti prima della scadenza, non sono state fatte entrare. Allora io ho sottolineato, come ho fatto in passato per la legge sulla prescrizione o per quella sui beni confiscati, che se una legge non funziona, o meglio, non è funzionale alla democrazia, ho il diritto da un lato di commentarla senza sollevare per questo uno scandalo e dall'altro lato anche di tentare di cambiarla.

Tornando alla questione delle liste, ritengo che questa legge sia antiquata: se oggi si fanno i processi telematicamente, non capisco perché non si possano trasmettere telematicamente, ad esempio con una posta certificata, anche i documenti di presentazione delle liste. Le attuali modalità non aiutano la democrazia. Ci tengo quindi a precisare che non è vero, come qualcuno ha scritto, che io non accetto le leggi da magistrato. Io le ho sempre accettate, le ho applicate e quando ho potuto ho dato un contributo per migliorarle. Qualche volta sono riuscito ad ottenere anche dei risultati come sulla legge per i beni confiscati, dopo essere stato audito in Parlamento e aver partecipato alle commissioni di riforma. Io sono anche e soprattutto un giurista e quindi insieme agli altri giuristi abbiamo l'obbligo di provare a migliorare le leggi del Paese.

Ci può spiegare precisamente cosa vi contestano?

Ci contestano che mancano alcuni documenti che noi avevamo già in nostro possesso alle 11: 58 del 4 settembre con i collaboratori che avevano raggiunto i presentatori delle liste nella sede di consegna. Nel momento in cui non li hanno fatti entrare, ripeto alle 11: 58, quindi prima della scadenza - e su questo abbiamo dei video e delle testimonianze che porteremo al Consiglio di Stato - i nostri delegati hanno deciso di depositare quello che avevano. Mentre il resto della documentazione era già all'entrata dell'ufficio in mano ai nostri collaboratori ma non è stato possibile consegnarla per un impedimento per il quale è stata presentata querela.

Qual è stato l'impedimento?

Una ressa, una confusione che in quei minuti si sono formate sul posto e la conseguente decisione dei funzionari comunali di contingentare gli ingressi. Inoltre al nostro delegato di lista che era già dentro non è stato concesso di entrare in contatto con i due collaboratori e di acquisire la documentazione mancante.

Come procede la campagna elettorale con l'avversario Gaetano Manfredi, il candidato sindaco del centrosinistra e del M5S? È vero che ancora manca un contraddittorio diretto?

Manfredi si è sottratto già due volte ad un confronto con gli altri candidati: al dibattito organizzato dal Mattino e a quello di Confindustria. In genere si dice che a chi è in vantaggio non conviene confrontarsi con gli altri. Io penso che sia una mancanza di rispetto verso i cittadini napoletani e gli organizzatori dei dibattiti.

Per la vittoria finale al ballottaggio saranno decisivi gli indecisi.

In base agli ultimi dati sono intorno al 32%, quindi una grossa fetta della popolazione. Credo che questi indecisi debbano essere invitati ad approfondire, a fare una scelta ponderata, non solo analizzando i programmi ma anche i modi con cui scegliamo di fare le cose e la credibilità del gruppo messo in campo. Noi siamo l'unica soluzione davvero innovativa rispetto alle altre coalizioni che sono la prosecuzione delle precedenti gestioni che hanno rappresentato un disastro per la città. Oggi ( ieri, ndr) è stato approvato il bilancio e la maggioranza che lo ha approvato è già la maggioranza di Manfredi: tutti i consiglieri e gli assessori di De Magistris sono passati con Manfredi certificando ufficialmente la prosecuzione.