Egregio Direttore, la semplificazione che si adotta nei titoli ha causato un fraintendimento delle parole e della posizione di mons. Vincenzo Paglia e della Pontificia Accademia per la Vita, di cui è Presidente dal 2015.

Nel testo dell'intervista mons. Paglia non ha mai detto "la vita è sacra", come gli si attribuisce tra virgolette nel titolo di prima pagina. Ha detto, più correttamente e precisamente: "La Chiesa, come ogni umanesimo da Ippocrate in poi, continua a non accettare che si "tolga la vita" a qualcuno (questa è l' eutanasia)".

Inoltre Mons. Paglia non ha detto "noi siamo contrari a chi vuol dare la morte", come viene ripetuto anche a pagina 2 nella frase di sintesi in neretto. Mons. Paglia ha ribadito, piuttosto, che «La Chiesa da parte sua è e resterà sempre contraria all'eutanasia intesa come "dare la morte" ad un altro, aldilà delle motivazioni». Si tratta di due importanti specificazioni, perché la linea della Chiesa e della Pontificia Accademia per la vita non è "contro" qualcuno.

E su questo tema importante, delicato, controverso (sul piano etico e scientifico), da parte della Pontificia Accademia non c'è alcuna volontà di "dare battaglia". Non vogliamo e non dobbiamo dare l'impressione che ci siano anatemi degni di altri tempi storici, oggi del tutto sorpassati ( e davvero inutili).

La Chiesa che conosciamo qui in Accademia, è una Chiesa che dialoga, argomenta, discute, nel rispetto dell'interlocutore e nella consapevolezza delle acquisizioni scientifiche. In questo caso, poi, è necessario un dibattito informato, trasparente, pubblico, portando all'attenzione tutti gli elementi utili e necessari che mons. Paglia elenca ( cure palliative, cosa accade negli altri paesi in cui l'eutanasia è legge, rispetto della fragilità, consenso informato, no all'accanimento terapeutico).

Grazie per l'attenzione.

FABRIZIO MASTROFINI

Media Manager Pontificia Accademia per la Vita