Romano Prodi, dalle colonne del "Messaggero", invita i Paesi occidentali a dialogare con i Talebani. «La presa di potere da parte dei talebani appare completa e, nel prevedibile futuro, senza alternative. Bisogna quindi tenerne conto e dedicare ogni nostra energia nell’evitare vendette e spargimenti di sangue, proteggendo, per quanto è possibile, almeno i diritti elementari di tutti i cittadini afghani. Non credo che, nonostante le dichiarazioni riassicuranti, quest’obiettivo sia una priorità degli attuali governanti del martoriato Paese», scrive l'ex presidente del Consiglio dei ministri, il cui pensiero è simile a quello di Giuseppe Conte e Alessandro Di Battista. «Solo una forte pressione internazionale, fondata su un comune interesse per una stabilizzazione dell’Afghanistan, può in qualche modo evitarne le più drammatiche conseguenze». E ancora: «Il dialogo con i talebani è quindi un passo obbligato ed è perciò positivo lo sforzo che sta facendo Draghi per metterlo nell’agenda di una riunione straordinaria dei G20, dove Cina e Russia siedono insieme agli Stati Uniti, ai Paesi europei, all’India, alla Turchia e all’Arabia Saudita» dice Prodi. «Una sede in cui, anche se non è il luogo ideale per prendere decisioni concrete, si può iniziare la ricerca di un compromesso fra tutti coloro che, per diverse ragioni, hanno interesse a non creare ulteriori tensioni in un’area così politicamente delicata. È infatti più facile iniziare un dialogo in questa sede così ampia che non in incontri diretti fra Paesi divisi da forti e crescenti contrasti». Conclude Prodi: «Fallita l’opzione bellica ci resta infatti solo la via del dialogo, anche con paesi e organizzazioni politiche così lontane dalla nostra tradizione».