«Italebani sono ancora pericolosi e violenti. Non hanno alcun rispetto per le persone, specialmente per le donne. Non hanno tagliato i loro legami con Al Qaida e altre organizzazioni terroristiche e chiedono l'attuazione della sharia non solo per l'Afghanistan ma ovunque». Angiza Nasiree, giurista nata a Kabul e ora residente in Canada, esprime tutta la sua preoccupazione in questa intervista esclusiva rilasciata al Dubbio. Il salto indietro di vent’anni è una sconfitta per tutti. Nasiree è stata consigliere politico presso l'Ambasciata dell'Afghanistan a Washington DC dal 2017 al 2020 e ha lavorato per oltre tredici anni per il ministero degli Affari esteri afghano. Si è laureata nel 2006 in Giurisprudenza e Scienze Politiche nell'Università di Kabul. Nel 2012, dopo aver vinto una borsa di studio in Public Private Partnership for Justice Reform in Afghanistan, si è trasferita negli Stati Uniti per frequentare un master presso il Washington College of Law dell’American University. Conosce bene l’Afghanistan avendo vissuto lì gli anni più tristi, quelli dell’oscurantismo talebano dei primi anni del Duemila, che le hanno impedito per diverso tempo di andare a scuola. «Questa ingiustizia – dice al Dubbio – mi ha rafforzato. Non mi ha impedito di seguire i miei sogni, di raggiungere gli obiettivi che avevo in mente e di continuare ad amare il mio Paese».

Signora Nasiree, in Afghanistan un ritorno al passato. Il suo Paese è senza futuro? Cosa succederà adesso?

Abbiamo assistito ad un capovolgimento della situazione sorprendente con un futuro imprevedibile. Se l'Afghanistan rimarrà sotto il controllo dei talebani, rischia di non avere futuro. Gli afgani hanno già vissuto sotto la brutalità del loro regime vent’anni fa. Io era una studentessa in quegli anni. Ricordo ancora il giorno in cui ci hanno detto che non potevamo più andare a scuola e siamo rimasti tutti a casa per cinque anni. Non riesco ancora a credere che i talebani siano tornati e abbiano ripreso il controllo del Paese. È troppo presto per prevedere cosa accadrà. I colloqui di pace sono ancora in corso a Doha e non sappiamo che tipo di sistema i talebani saranno disposti ad attuare. La maggioranza della gente vuole un governo che possa rappresentare ogni afghano. La gente vuole giustizia, stato di diritto, sicurezza, cibo, servizi sanitari ed educativi. Vuole la libertà.

I talebani dicono di essere meno intransigenti rispetti al passato. Sono credibili?

Una cosa di cui sono sicura è che i talebani non sono cambiati. È cambiato invece il popolo afghano. Il matrimonio tra il popolo afgano di oggi ed i talebani è qualcosa di impossibile. Non credo che noi afghani saremo in grado di accettare ancora una volta le loro regole. Non riesco al tempo stesso ad essere ottimista sul futuro.

Le donne pagheranno il prezzo più alto?

Sì, assolutamente. Tutti, uomini e donne, pagheranno un prezzo alto in questa situazione, ma le donne sono le più vulnerabili, considerato il fatto che i talebani non hanno rispetto per i nostri diritti. Hanno detto che riconoscono i nostri diritti secondo la legge della sharia. Eppure, non sono riusciti a spiegarci a quale legge della sharia facciano riferimento. L'Afghanistan è già un Paese islamico e tutte le nostre leggi sono state create sulla base della legge islamica, ma i talebani hanno la loro interpretazione. Ecco perché potrebbero impedire alle ragazze di andare a scuola, come facevano in passato, o impedire alle donne di lavorare fuori casa, impedire di viaggiare senza un membro maschio della famiglia. Un’altra cosa però vorrei ricordare.

Dica pure…

Abbiamo combattuto con l’occidente la guerra contro il terrorismo globale, quindi per favore non dimenticateci e non dimenticate le donne dell'Afghanistan. Hanno bisogno di essere sostenute per avere accesso ai loro diritti fondamentali. Bisogna impedire ai talebani di sottoporle ad umiliazioni non più tollerabili.

I passi in avanti sui diritti umani si sono bloccati per sempre?

Al momento sì. Tutti quei i progressi fatti negli ultimi vent’anni sono stati azzerati. L'immagine dell'Afghanistan è diversa da quella che si vede nei media. Questi ultimi, per lo più, si sono concentrati sulla guerra e sulla violenza. Tuttavia, abbiamo ottenuto risultati notevoli. Avevamo un esercito moderno, forze speciali, polizia, si poteva vedere la partecipazione attiva delle donne in tutti i settori, compresa la politica, la polizia, l'esercito, il settore legale. Non erano perfetti, ma crescevano ogni giorno. Questi risultati sono ora bloccati perché non graditi ai talebani. Avevamo i media più indipendenti della regione. I talebani permetteranno loro di trasmettere in modo indipendente come hanno fatto in passato? Non credo proprio.

Le donne afgane potranno avere un ruolo nel nuovo contesto?

Noi donne afghane abbiamo combattuto per i nostri diritti per decenni e continueremo a farlo. Non sono davvero sicura se ci sarà un ruolo nel governo talebano. I talebani hanno ucciso molte donne negli ultimi anni, perché lavoravano per il governo, le Ong e le organizzazioni per i diritti umani. Alle ragazze non è stato permesso di andare a scuola nelle aree sotto il loro controllo. Io non mi fido dei talebani. Anche se di recente hanno detto che permetteranno alle ragazze di andare a scuola. Devono dimostrare eventuali buoni propositi.

Il ricordo più bello del suo Paese?

Anche se sono nata in piena guerra e ho trascorso tutta la mia infanzia in guerra, ho tanti bei ricordi dell’Afghanistan. Il giorno più bello è stato quando il regime dei talebani è crollato, nel 2001, e sono stata in grado di tornare a scuola e continuare gli studi. Era come vivere un sogno, ma era realtà.

Spera di ritornare in Afghanistan?

Certo! Lo spero davvero. Prego ogni istante per la pace del mio Paese. Ho ancora i miei parenti lì, ma purtroppo non posso andare a trovarli a causa dei talebani. Spero di ritornarci senza paura, minacce e altri rischi. Riscoprire tutti i posti più belli dell’Afghanistan, come Bamyan e Herat, mi renderebbe felice.