Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, approfitta del palco di Rimini, dove è in corso la kermesse di Comunione e Liberazione per togliersi più di un sassolino dalle scarpe e sparare a zero sui sindacati e sul ministro del Lavoro Andrea Orlando. Il primo affondo è destinato alle organizzazioni sindacali per la loro posizione sul Green pass. «Ero convinto che sull'onda di quello che era stato un momento drammatico - forse qualcuno si è dimenticato degli oltre 128 mila morti nel nostro Paese - ci saremmo seduti a un tavolo e avremmo tenuto insieme il Paese», dice il numero uno di Confindustria, accusando i sindacati di aver commesso un grande errore «quando si sono rifiutati di sedersi a un tavolo comune per dare al Paese un contributo per risolvere le incognite sanitarie». Non solo, i confederali, secondo Bonomi, avrebbero grandi responsabilità anche sul versante  scuola. «Dobbiamo far ripartire la scuola fra tre settimane, però siamo al punto dell’anno scorso: non abbiamo fatto nulla. C’è il futuro del nostro Paese e il sindacato dice "no" al Green pass: 187mila professori e maestri sembrerebbero non vaccinato. Credo che questo già la dica lunga», scandisce il capo degli industriali, prima di concedersi qualche autocritica. «Una scuola dove noi stessi come Confindustria abbiamo fatto degli errori, pensando fosse lontana dalle nostre fabbriche, oggi ci accorgiamo delle difficoltà dovute dalla carenza di profili che possano intercettare le dinamiche di trasformazione 4.0». Ma è durissimo l'affondo anche contro il ministro del Lavoro del Andrea Orlando e la vice ministra pentastellata allo Sviluppo economico Alessandra Todde.  Se l'Italia ha retto durante la pandemia «lo deve alla manifattura che è rimasta la seconda in Europa», premette Bonomi.«Un Paese dovrebbe tutelare le proprie eccellenze, da noi invece vengono penalizzate. Orlando e Todde vogliono colpire le imprese per decreto sull’onda dell’emotività per qualche caso singolo. Licenziare non è bello, tanto meno su Whatsapp. Ma la realtà è che le imprese italiane hanno assunto in questi mesi 400 mila persone, come certificato dall’Inps. Lo Stato si ricordi che deve ai privati 58 miliardi. Perchè non salda i suoi debiti? Perchè non chiude 1.200 partecipate pubbliche inutili? Perchè sono un poltronificio che fa molto comodo», argomenta con parole di fuoco, mettendo nel mirino il progetto di legge che sta portando avanti il ministro del Lavoro. «È stata tolta la parte della black list ma è rimasta la parte per cui l’impresa dovrebbe pagare 10 volte l’indennità. È come se io sui 58 miliardi che non mi paga lo Stato, gli dicessi "adesso tu me li paghi per 10", 580 miliardi. Non è quella la strada. E neanche chiedendo all’impresa una comunicazione 6 mesi prima. Ma  molto probabilmente il ministro Orlando non ha idea di come funzionano le imprese, della velocità del mondo del lavoro».