«Perché, come riportato da Il Dubbio, nel pool del Ministero che dovrà far luce sui pestaggi ed eventuali carenze nei soccorsi di quelle ore sono presenti anche dirigenti che hanno gestito quelle stesse ore a Modena? Quali criteri di selezione sono stati individuati per la selezione dei componenti della commissione ispettiva istituita dal ministero della Giustizia? Non è inopportuno che ci sia fra chi ha il compito di verificare gli abusi anche chi in quei giorni ha avuto compiti dirigenziali? E per quale motivo sono stati esclusi dalla composizione della commissione figure come i garanti dei detenuti?». Sono le domande rivolte alla ministra della Giustizia Marta Cartabia, dalla deputata del Pd Giuditta Pini, prima firmataria di una interpellanza urgente. La deputata dem, dopo l’articolo de Il Dubbio che ha sollevato il problema, nell’interpellanza rivolta alla guardasigilli ritiene che occorra integrare la composizione della commissione anche con le figure dei garanti dei detenuti e con altre figure, senza subordinare il loro ruolo a sottocommissioni, «per evitare strumentalizzazioni e polemiche sull'importante operato di indagine della commissione stessa». Anche l'Osservatorio Carcere delle Camere Penali chiede l'allargamento della commissione Un problema posto anche dall’Osservatorio Carcere delle Camere Penali. In un documento saluta con favore l’istituzione di una commissione di indagine su quanto è accaduto in tutte le carceri, ma chiede alla ministra della Giustizia Cartabia che sia allargata ad altri attori e soprattutto senza zone d’ombra. Secondo i penalisti, infatti, non è sufficiente la risposta del ministero della Giustizia data in merito al nostro articolo de Il Dubbio: per l’osservatorio carcere delle Camere Penali la Commissione di indagine su quanto avvenuto dall’inizio della pandemia in tutti gli istituti penitenziari, presunti pestaggi compresi, è una buona iniziativa se allargata anche a magistrati di sorveglianza, garanti e professori. In sostanza l’Osservatorio Carcere ritiene che non possono ritenere sufficienti le rassicurazioni fornite dal ministero al nostro quotidiano, circa la realizzazione di «appositi sotto-gruppi tenuto anche conto di eventuali fattori di incompatibilità territoriali». Nel documento, i penalisti proseguono: «Sappiamo bene che le indagini conclusesi con l’archiviazione abbiano escluso responsabilità penali di sorta sul decesso dei detenuti a Modena, così come non nutriamo dubbi sulla figura del dirigente in questione». Per i  penalisti è necessaria una commissione imparziale Tuttavia, se è vero che i fatti drammatici e violenti di Santa Maria di Capua Vetere hanno rappresentato «una ferita e un tradimento della Costituzione» e che la ministra ha affermato la necessità, partendo da Santa Maria di Capua Vetere, di «far luce su quanto accaduto nelle carceri italiane nell’ultimo anno, a cominciare dalle rivolte dei detenuti e dalle conseguenti azioni poste in essere dagli operatori penitenziari” al punto da avere istituito una apposita commissione ispettiva», secondo i penalisti dell’osservatorio carcere «è necessario non solo che la Commissione sia davvero imparziale, ma, ancor più, che appaia agli occhi dell’opinione pubblica, detenuti compresi, insospettabilmente imparziale». I penalisti osservano che sarebbe opportuno che la Commissione non rimanga tutta chiusa al proprio interno, aprendosi a figure esterne al Dap – come avvenuto, peraltro, per il solo Presidente della Commissione – in grado di offrire un contributo peculiare e complementare alle competenze, tutte interne al dipartimento, scelte, in misura limitata, tra Magistrati di Sorveglianza, Avvocati, Garanti e Professori.Nel frattempo, viene lanciato un appello alla ministra Cartabia dalle associazioni Yairaiha Onlus, Legal Team Italia, Associazione Bianca Guidetti Serra, Osservatorio Repressione, Associazione Il Viandante e l’Associazione Memoria Condivisa. La richiesta è che la commissione di indagine venga estesa a realtà associative e garanti.