Due volte sì alla Riforma Cartabia: via libera della Camera anche alla seconda fiducia posta dal governo sul ddl penale. I voti a favore sono 458, i contrari 46, un solo astenuto. Il governo ha posto due fiducie sul provvedimento (che si divide in due parti): la prima fiducia è stata posta sulle prime norme contenute nel testo e immediatamente operative ed è passata con 462 sì, 55 no e un astenuto; la seconda fiducia, invece, è stata posta sulla seconda parte, che prevede una delega al governo (rientrano in queste norme le nuove misure sulla improcedibilità e sul regime speciale per i processi di mafia, terrorismo, droga e violenza sessuale). Al primo voto di fiducia sono risultati assenti in tutto 13 i deputati M5s che non hanno partecipato senza essere in missione, quindi assenti "non giustificati". I pentastellati assenti perché in missione risultano invece essere 7. Sempre scorrendo i tabulati del primo voto di fiducia, sono 14 i deputati di Forza Italia che non hanno partecipato al voto ma non risultano essere in missione; 2 i deputati di Iv che non hanno partecipato al voto senza essere in missione, 18 della Lega, 7 del Pd (3 i deputati dem in missione), 4 di Coraggio Italia, mentre dei 12 deputati di Leu hanno votato in 9, 3 in missione e nessun assente "ingiustificato". Sugli assenti alla Camera per il voto «verificheremo, ma è meno del 10 per cento, un numero fisiologico» e in generale sulla riforma Cartabia «i malumori degli attivisti sono legittimi, ma a volte anche frutto di una narrazione non del tutto aderente al vero. I parlamentari, in occasione del voto, hanno dimostrato compattezza», spiega Davide Crippa, capogruppo M5S alla Camera al Corriere della Sera per cui «il lavoro di Conte, dei ministri e dei parlamentari, ha portato al miglior risultato possibile».

Riforma Cartabia, «Draghi ci ascolti»

Sul ruolo del movimento nell’esecutivo, «Giuseppe Conte ha già confermato che il Movimento 5 Stelle non ha intenzione di far venire meno l’appoggio al governo che ha contribuito a far nascere. Di sicuro, però, il presidente Draghi dovrà tener conto delle istanze avanzate dalla prima forza politica di questa maggioranza», avvisa Crippa.