"Vergognati, non si difendono gli assassini": così un ignoto, stamattina, mi ha dato il buongiorno, allontanandosi rapidamente a bordo di un ciclomotore". La denuncia arriva via facebook dall'avvocato Francesco Gatti,  la cui colpa è quella di essere il difensore di una persona trans accusata di aver ucciso Samuele De Paoli dopo una lite. In effetti le indagini sono ancora ben lontane dal chiarire la dinamica dei fatti e la responsabilità della cittadina brasiliana, ma per molti, evidentemente, il processo è un optional e l'avvocato, come purtroppo spesso accade, è considerato una sorta di complice. "Il fatto non è grave in sé  commenta l'avvocato Gatti - anche perché non è evidentemente una minaccia, ma è indice della modestissima considerazione che la gente ha, in questi tempi, per il ruolo del difensore. C'è un'aria pesante, in giro. E non in relazione al mio, piccolo, provinciale caso, in cui la tragedia, e l'ho detto sin dal primo giorno e oggi lo ripeto, è stata la morte di un giovane ed io (senza scendere in alcun modo nei dettagli) sono solo chiamato a fare il mio dovere, ma in relazione al senso che la collettività dà alla Giustizia, alle prerogative dell'avvocato, e a quei principi costituzionali per i quali tutti dovremmo sempre lottare. Scusate lo sfogo".