Le proteste contro il green pass non si arrestano. E anzi aprono un nuovo terreno di scontro tra le forze politiche dopo i fatti di Pesaro. Ieri sera un gruppo di manifestanti del Movimento “Io apro” si è radunato nella città marchigiana sostando sotto casa del sindaco dem, Matteo Ricci, con cartelli alla mano e slogan pro «libertà» di scelta sui vaccini. Un fatto «gravissimo» per il primo cittadino che ha subito denunciato l’avvenimento con un duro attacco via social - con tanto di foto allegata - indirizzato ai manifestanti: si tratta di «squadristi no vax», accusa Ricci, che hanno «terrorizzato» la sua famiglia colta alla sprovvista dalle urla che si alzavano dalla strada. Sindaco Ricci, ci racconta cosa è successo? Al momento dei fatti non mi trovavo in casa, ero a Torino per un’iniziativa istituzionale. Stavo per partecipare a una trasmissione televisiva quando mi chiama mia moglie, chiaramente preoccupata. A quel punto ho sentito le urla, e ho capito che potesse trattarsi di manifestanti no vax. Sono rimasti per oltre mezz’ora sotto casa, suonando il campanello del portone. Così ho chiesto a mia moglie di riprenderli dalla finestra, con l’immagine che ho poi diffuso sui social. Il Movimento “Io apro”, guidato da Umberto Carriera, ha fatto sapere in una nota che il corteo non ha preso di mira la sua abitazione, ma che si «trovava a passare di lì», in maniera pacifica. E le ha contestato quindi l’appellativo di «squadristi». Manifestare sotto casa delle persone è squadrismo, non ho altri termini per definire quanto è successo. Del resto queste persone hanno un concetto di democrazia e di libertà davvero originale. Come si evince dai video postati dallo stesso Carriera, hanno deciso deliberatamente di manifestare sotto casa mia. E la polizia li ha scortati, invece di fermarli: questo mi pare molto grave. Motivo per cui Lei ha comunicato di aver scritto al ministro degli interni Luciana Lamorgese. E che procederà per vie legali. Io stimo profondamente il ministro Lamorgese, penso che sia uno dei ministri migliori del governo, e proprio per questo ho deciso di scriverle per denunciare le mancanze di Pesaro. La manifestazione è stata gestita in maniera del tutto inadeguata. Non è possibile, infatti, che un corteo arrivi sotto casa del sindaco in maniera dichiarata, non è possibile che la polizia non intervenga per deviarne il corso, né per impedire che suonino sotto casa di un sindaco per mezz’ora. Ripeto: è un fatto gravissimo, penso che ci sia stata una gestione locale del tutto inadeguata. Per questo, ho chiamato subito il prefetto e oggi  ho scritto alla ministra Lamorgese che farà le sue valutazioni e prenderà, spero, dei provvedimenti. In seguito alla sua denuncia ha ricevuto diverse manifestazioni di solidarietà dai suoi colleghi di partito, e di altri esponenti politici. Si aspetta lo stesso da Lega e FdI? Ho ricevuto diversi attestati di solidarietà anche da esponenti della Lega e di Fratelli d’Italia. Ma ritengo che Salvini e la Meloni, flirtando con i movimenti no vax, stiano assumendo un atteggiamento irresponsabile. Come abbiamo visto anche oggi in Parlamento, quando alcuni deputati di FdI hanno occupato l’aula per protestare contro il green pass. Ritiene che Salvini e Meloni dovrebbero dissociarsi dalle manifestazioni di piazza di questi giorni? Assolutamente sì. Entrambi spesso cavalcano le piazze e poi nelle piazze vediamo violenza ed estremismo. Vaccinarsi è un dovere civico e questa dovrebbe essere la posizione di tutte le forze politiche che vogliono sconfiggere il virus. Anche il capo dello Stato, Mattarella, ha ribadito in occasione della “Cerimonia del Ventaglio” al Quirinale che vaccinarsi è «un dovere morale». Condivido pienamente le parole di Mattarella: sono le stesse parole della campagna lanciata insieme ad altri sindaci a novembre dello scorso anno. Vaccinarsi è un dovere etico, morale e civico nei confronti del Paese e degli altri. Il green pass altro non è se non un incentivo a vaccinarsi per tutte le persone “attendiste”, un modo per arrivare all’immunità di gregge e garantire così sicurezza sanitaria e ripresa economica. Chi è contro il green pass è per le chiusure, e noi non possiamo più permetterci di chiudere ma dobbiamo sostenere l’economia, a partire da questa bella stagione turistica. Negli ultimi giorni il dibattito sul tema ha coinvolto anche due noti filosofi, Agamben e Cacciari. I quali sostengono che le libertà individuali e la democrazia stessa sono a rischio. Che ne pensa? Da qualche tempo Cacciari mi sembra, come dire, un po’ fuori dai binari. Fa ragionamenti, dal punto di vista politico, che non condivido. La libertà di ognuno di noi finisce dove inizia quella degli altri. Se si sceglie di vivere come eremiti, allora si è liberi di non vaccinarsi. Ma se invece si vuole vivere in mezzo agli altri, nei luoghi della socialità, non si può mettere a repentaglio la salute degli altri, né tantomeno un risultato collettivo che è quello della sconfitta del virus. È d'accordo con l’ipotesi allo studio di introdurre l’obbligo vaccinale per gli insegnanti? Penso che sia incredibile che chi insegna non si vaccini. Vale lo stesso discorso fatto per il green pass: se insegni in presenza, e frequenti alunni e personale scolastico, non puoi mettere a repentaglio la salute degli altri. Tornando a quanto successo a Pesaro, Lei ha sottolineato che i sindaci si trovano spesso in prima linea senza le opportune tutele. I sindaci sono in prima linea su tutto. Già qualche settimana fa abbiamo manifestato a Roma per chiedere maggiori tutele normative, e su questo abbiamo ricevuto un segnale positivo da parte del premier Draghi. I sindaci rischiano già un avviso di garanzia per ogni cosa che firmano. Poi la pandemia ci ha esposti ulteriormente: sono stati tanti i sindaci minacciati durante le chiusure anticovid, e ora, con l’introduzione del green pass, i sindaci rischiano di essere minacciati dai movimenti no vax e da tutto ciò che gli gira intorno. Quello che chiediamo è la tutela normativa per l’attività ordinaria dei sindaci e, in questo caso, di non sottovalutare fenomeni di questo tipo perché i sindaci rischiano di essere coloro che ne pagano maggiormente il prezzo. Lei fa riferimento al cosiddetto “terrore della firma” che paralizza gli amministratori pubblici. Che posizione ha sul reato di abuso di ufficio, che in molti vorrebbero abolire? L’abuso d’ufficio dovrebbe essere assolutamente riformato. Come recita la Costituzione, si è innocenti fino al terzo grado di giudizio: questo vale per tutte le persone, amministratori compresi.