«I Cinquestelle sono il nuovo attack: dove si siedono si incollano. Oggi mi chiedevano se sono preoccupato che Conte tolga la fiducia al governo. Ma Di Maio quando mai si schioda? La prima volta che sono andato a trovare Conte a Chigi mi ha detto "ti do una mano sullONU", "semmai è la Nato", gli ho detto. "Ma comunque no grazie, scoppiano tre guerre a settimana se ci vado io". La politica non è tutto un do ut des, politica è la grande forza di uscire insieme dai problemi come diceva Don Milani». A dirlo è il leader di Italia Viva Matteo Renzi dopo l'articolo del Fatto Quotidiano di oggi in cui si riferisce che l'ex premier Giuseppe Conte sarebbe pronto allo strappo. Il terreno di scontro, neanche a dirlo, è la giustizia: secondo il giornale di Marco Travaglio, Conte sarebbe pronto a togliere la fiducia al governo Draghi se non dovessero essere accolte le modifiche richieste dai pentastellati alla riforma Cartabia licenziata dal consiglio dei ministri. Notizia però smentita dallo stesso leader in pectore dei 5Stelle, che in una nota fa sapere di essere al lavoro per trovare una mediazione. In merito ad alcuni virgolettati che gli vengono attribuiti - "Se non accettano modifiche vere, preservando innanzitutto i processi per mafia, per noi sarà impossibile votare la fiducia", scrive il Fatto - lo staff dell'Avvocato precisa che questi non ha rilasciato interviste, né dichiarazioni. E che Conte tornerà a vedere i parlamentari M5S a inizio settimana, dopo l'assemblea congiunta di martedì scorso. A quanto apprende l'Adnkronos, stavolta non li vedrà tutti insieme, ma divisi per Commissioni - due giornate dedicate - così da fare il punto sui vari provvedimenti in esame e sulla strategia dei pentastellati sui diversi fronti, per "tornare centrali", ricalcando le parole adottate dal leader in pectore del M5S nella riunione di martedì scorso. «Sono certo che nessuno sia disposto ad accettare che vi siano sacche dimpunità in Italia: in particolare se si tratta di mafia. Tutti invece riconosciamo la necessità di avere tempi certi per la giustizia come condizione imprescindibile per accelerare gli investimenti nel post-pandemia», scrive sui social il sottosegretario allInterno in quota M5S, Carlo Sibilia. «Conte ha fatto bene a rappresentare al presidente Draghi le proposte del M5s nel tentativo di superare la logica delle "bandierin". Una giustizia affidabile, decisa e veloce deve essere la priorità per tutti a prescindere dal colore politico - aggiunge Sibilia. Se si alzano continuamente i toni, nessuna mediazione sarà mai sufficiente per le tifoserie; se invece si usa equilibrio si può raggiungere un accordo soddisfacente. Evitiamo di basarci sul titolo di qualche giornale per dare un giudizio su ogni argomento e fidiamoci del presidente - e avvocato - Conte». Ma intanto gli alleati di maggioranza fanno quadrato intorno al governo. «Che Conte fosse più interessato al suo futuro personale che a quello del Paese era a noi noto, ma tanta irresponsabilità, con toni inaccettabili nei confronti di Draghi e dellazione del governo non me laspettavo. Ha dato lui lassenso al voto in cdm sulla riforma della giustizia, dopo qualche giorno sempre lui ha dato lassenso a chiedere il voto di fiducia su quel testo e oggi continua a minacciare le dimissioni dei suoi ministri se non si torna sui testi di Bonafede mettendo a rischio la stabilità del governo e la ripresa economica dellItalia. La verità è che per lui contavano prima e contano oggi solo like e sondaggi», attacca invece su Facebook il presidente di Italia Viva Ettore Rosato. A cui fa eco il collega di partito Gennaro Migliore: «Giuseppe Conte sta maldestramente minacciando il Governo. Proprio su quei punti che rappresentano la svolta per far rinascere il Paese. Le sue conferenze stampa producono milioni di like, quelle di Draghi milioni di vaccinati. Oggi lItalia è in mani sicure #AvanticonDraghi». «Ieri era la giornata in cui la Dadone il pomeriggio smentiva e rettificava le affermazioni della Dadone della mattina. Oggi quella in cui Conte smentisce e rettifica le dichiarazioni di Conte», rincara quindi Rosato. «Non riescono proprio a rassegnarsi: lepoca Bonafede è tramontata e non tornerà, non cè nessuna mediazione sulla giustizia da trovare», aggiunge presidente di Iv, chiosando: «La sintesi lhanno già trovata il presidente Draghi e la ministra Cartabia in Consiglio dei ministri e ci sono due distinte votazioni unanimi, a cui hanno partecipato anche i ministri grillini, a confermarlo: la prima sul contenuto, la seconda sulla richiesta di fiducia, proprio per difendere il testo del governo». «Sono fiducioso sul fatto che il voto alla fine sia un voto che troverà tutta la maggioranza unita», dice il segretario del Pd Enrico Letta, per il quale, «limportante è che sia un voto che prima della pausa estiva approvi la riforma Cartabia in modo tale da dimostrare allEuropa, a tutti gli europei, che le risorse finanziarie che riceviamo, a condizione che facciamo le riforme, sono effettivamente collegate a un impegno riformatore a partire dalla giustizia». E Forza Italia ribadisce la sua linea: «La riforma della giustizia è un traguardo imprescindibile, fondamentale per il Paese e decisiva per il Pnrr. Il testo Cartabia non è quello che Forza Italia sognava, ma è un compromesso di buon senso che ci auguriamo ancora - nonostante la fiducia annunciata dal governo - di poter migliorare» afferma il capogruppo alla camera Roberto Occhiuto. «Conte vuole essere leader della nuova fase grillina? Dimostri di essere allaltezza e si comporti di conseguenza. In caso contrario si rivelerà solo un ennesimo e inutile arruffapopolo».