Il Consiglio superiore della magistratura si costituisce in giudizio in adesione al ricorso proposto davanti alle Sezioni unite della Corte di Cassazione dal procuratore di Roma Michele Prestipino, che ha impugnato la sentenza con cui l’11 maggio scorso il Consiglio di Stato ha confermato la decisione del Tar del Lazio che aveva accolto il ricorso presentato dal procuratore generale di Firenze Marcello Viola contro la nomina del capo della procura della capitale avvenuta il 4 marzo 2020. Il plenum ha approvato due delibere "gemelle" della quinta commissione di costituzione in giudizio "ad adiuvandum" con 11 voti a favore, 8 contrari e l’astensione del consigliere laico M5S Fulvio Gigliotti. Prestipino ha chiesto ai giudici della Cassazione di annullare e riformare la sentenza del Consiglio di Stato, e ha presentato contestualmente ricorso allo stesso Consiglio di Stato per chiedere di sospenderne gli effetti. Rispetto a questo secondo ricorso non c’è stata invece costituzione in giudizio del Csm. «Il Consiglio deve essere presente davanti alle Sezioni unite e svolgere i propri argomenti in un giudizio in cui probabilmente andranno a delineare i limiti del giudice amministrativo nell’indicare i termini entro cui deve essere nuovamente esercitato in caso di annullamento il potere della quinta commissione e del Consiglio superiore in ambito di scelta degli incarichi direttivi e semidirettivi. La costituzione in giudizio è dunque utile», ha sottolineato il relatore delle proposte, il togato Michele Ciambellini, illustrandole in plenum, e spiegando che invece «non è opportuna la costituzione in giudizio davanti al giudice amministrativo sulla domanda di sospensione della sentenza».