La novità della settimana è larruolamento dellavvocato Franco Coppi nellesercito di Marco Travaglio, Nicola Gratteri e dei soldati di provata fede contiana che in queste ore sta minando la riforma Cartabia. Un arruolamento del tutto arbitrario: gli ultimi giapponesi rimasti a guardia della riforma Bonafede hanno infatti pescato una parte delle dichiarazioni in cui il professor Coppi, in modo chiaramente paradossale, ammetteva che sì: In fondo la riforma dellex guardasigilli grillino aveva il pregio della chiarezza. Il che vuol dire assai poco: anche le leggi fascistissime con cui Mussolini fece a pezzi libertà e diritti avevano il pregio della chiarezza ma non per questo erano giuste. Ma tanto basta ad accontentare Travaglio e i suoi. I quali, evidentemente, devono aver completamente ignorato la parte in cui Coppi critica quella parte della riforma Cartabia che prevedeva l'impossibilità per le Procure di appellare le sentenze di assoluzione. «Era una norma sacrosanta, ed è un male che sia stata eliminata», ammette il Coppi censurato. E a chi ricorda che quella norma, che fu approvata da Berlusconi con la famosa legge Pecorella, venne annullata dalla Corte Costituzionale, Coppi replica secco: «Quella che viene chiamata legge Pecorella fu il frutto di una proposta che era stata formulata dal sottoscritto e dal professor Padovani. In un sistema retto dal principio che un imputato può venire condannato solo se la sua colpevolezza è dimostrata "oltre ogni ragionevole dubbio", è persino ovvio che una sentenza di assoluzione sancisce per sempre che quel dubbio sussiste. Tre giudici, addirittura otto, se il processo si è fatto in corte d'assise, hanno assolto. Da quel momento il pm dovrebbe alzare bandiera bianca». Ma il Coppi garantista non è utile alla causa grillina e così lufficio propaganda dei pentastellati ha sbianchettato questa parte e poi lo ha arruolato.