A ciascuno di noi è capitato di ascoltare la doglianza secondo cui in Italia ci sono troppi avvocati e ciò è causa della lungaggine dei processi, anche perché, chiosano i più colti tra i sostenitori di questa tesi, "dum pendet rendet". Mi sono invece recentemente imbattuto in un Procuratore della Repubblica che, durante un colloquio sui massimi sistemi, mi ha manifestato il suo convincimento, secondo cui gli avvocati hanno un interesse economico opposto a quello sopra riportato: essi verosimilmente guadagneranno più o meno nella stessa misura se il processo si risolve celermente piuttosto che se si protragga nel tempo. Credo che l'osservazione colga nel segno. Ma in ogni caso il dialogo con l'acuto Procuratore mi ha fatto sorgere un interrogativo: davvero in Italia ci sono troppi avvocati e troppi rispetto a quale entità? Effettivamente nella nota ministeriale al rapporto del CEPEJ 2020, rapporto volto a confrontare il funzionamento dei sistemi giudiziari nei vari Paesi Membri del Consiglio d’Europa, si rileva che in «Italia il rapporto avvocati per 100.000 abitanti resta elevato (388), paragonabile a quello della Grecia (400)». Evidente che tale presentazione del dato non può che confermare la tesi di un numero eccessivo di avvocati, avvalorato da quello che appare un confronto suggestivo: il similare numero di avvocati in Grecia. Invero, altro paese di grande tradizione giuridica. Tuttavia non mi andava di accontentarmi di una "visione" del rapporto e ho consultato lo stesso, sebbene non abbia ritrovato il testo tradotto in italiano. Mi ha colpito non poco scoprire che «the lowest ratio in 2018 was 16 lawyers per 100.000 inhabitants in Azerbaijan and the highest 488 in Luxembourg». Tuttavia, nonostante un primo shock, i sostenitori della correlazione tra numero degli avvocati e durata del processo potrebbero facilmente riprendersi, perché guardando i dati della durata dei processi civili, nel settore penale i dati mi sembrano poco completi, si potrebbe sostenere che gli indici inerenti la durata stimata dei processi, il "Disposition Time in civil and commercial litigious cases at first instance" in Azerbaijan è di appena 51 giorni, ben lontano all'evidenza dai 527 italiani e molto più simile ai 50 russi o ai 30 kazaki. Ma a dimostrare che il ragionamento non torna è il dato lussemburghese: più avvocati di noi, ma con un D.T. di 94 giorni, meno di un quinto rispetto ai nostri tempi. I processi durano di meno che in Italia sia dove ci sono percentuali di avvocati maggiori delle nostre che nei paesi dove ce ne sono minori. Insomma, come ben sa chi frequenta le aule dei Palazzi di Giustizia, i lunghi tempi del processo italiano non dipendono dagli operatori di giustizia. *Pubblicato su "Foro e giurisprudenza"