Il ministero dell'Economia e delle finanze pare essersi sempre più convinto all'eliminazione del regime forfettario per gli autonomi. Lo ha confermato nelle scorse settimane Fabrizia Lapecorella, direttore del dipartimento delle Finanze del Mef, secondo cui l'attuale aliquota al 15 per cento avrebbe comunque un modesto impatto sul gettito. Lapecorella era stata sentita in audizione presso le Commissioni finanze di Camera e Senato sulla riforma dellIrpef. Nel 2018 un milione di contribuenti si era avvalso del regime forfettario, determinato un gettito Irpef di circa un miliardo di euro. Fra loro, soprattutto, giovani liberi professionisti. Per Lapecorella bisognerebbe limitare i regimi agevolati solo a chi inizia unattività o a chi ha redditi modesti. Laliquota dovrebbe, però, essere alzata al 23 per cento. Durissima era stata la reazione dellAssociazione italiana giovani avvocati (Aiga) che ha sottolineato come il regime forfettario abbia consentito a molte partite Iva di "sopravvivere" in un momento difficile come questo. Sul punto è intervenuto anche lavvocato Arturo Pardi, coordinatore della Commissione diritto tributario del Consiglio nazionale forense. «Senza una auspicata Flat tax generalizzata risulta indispensabile intervenire anche per assicurare un principio di capacità contributiva attraverso la riduzione delle aliquote che aumentano di ben 11 punti percentuali nella fascia di reddito che va dai 28 mila ai 55 mila», ha premesso Pardi. «Quanto al regime forfettario ha poi aggiunto - non si condivide lindicazione fornita dal Mef di provvedere alla relativa soppressione dal momento che non ha presentato nessuna criticità, favorendo ingresso dei giovani in termini di semplificazione degli adempimenti nella attività professionale sin dai primi difficili anni professionali». Per chiedere quale sia l'orientamento del governo al riguardo, è stata presentata l'altro giorno una interrogazione parlamentare da parte di alcuni deputati di Fratelli dItalia.