Ignazio La Russa, vicepresidente del Senato ed esponente di Fratelli d’Italia, spiega che la mozione di sfiducia a Speranza è «un grido d’allarme» e sul Copasir che «le presidenze e la Lega hanno un atteggiamento pilatesco».

Senatore La Russa, perché secondo lei Lega e Forza Italia non vi seguiranno nella mozione di sfiducia individuale al ministro della Salute, Roberto Speranza?

È inevitabile che stando al governo abbiano delle difficoltà e le comprendiamo. Ma deve essere altrettanto chiaro che la nostra scelta è doverosa. Non abbiamo mille modi per cercare di modificare l’attuale gestione della vicenda sanitaria in Italia e stiamo facendo tutte le proposte possibili e immaginabili: nel precedente governo avevano zero risposte e in questo le hanno ma inadeguate.

Date a Speranza le colpe di tutto ciò che non va nella gestione della pandemia?

La mozione di sfiducia è un grido di allarme che serve a dare una sterzata, perché rispetto al Conte bis abbiamo cambiato il presidente del Consiglio e molti ministri e non si capisce perché non si possa cambiare il ministro della Salute. Non credo che le colpe siano ad personam ma in politica ci sono situazioni in cui l’immagine vale quanto la sostanza.

Però la testa che chiedete politicamente è la sua…

Non tutti gli errori del Conte bis erano riferibili a Speranza ma ci aspettavamo che non venisse confermato ministro, o almeno che cambiasse rotta. Nella mozione citiamo il fatto che non è stato cambiato il piano pandemico del 2006 e che neanche quello vecchio è stato applicato; poi che governo e ministro hanno nascosto documenti relativi alla fase iniziale della pandemia, ottenuti in seguito grazie al ricorso al Tar, e ultimo ma non ultimo citiamo la cattiva gestione delle riaperture e del piano vaccinale.

Riuscirete a ottenere le firme necessarie per presentarla al Parlamento?

Una forza di opposizione deve presentare proposte e denunziare ciò che non va, come stiamo facendo con la mozione di sfiducia. Noi speriamo che ci diano le firme e che passi, ma in ogni caso abbiamo fatto il nostro dovere, che è quello di lanciare un allarme. Speriamo serva a far registrare un cambiamento profondo nella gestione della pandemia. È rivolta a tutto il governo, non solo al centrodestra. La stessa Italia viva ha spesso criticato Speranza.

Quindi non è una provocazione nei confronti di Lega o Forza Italia del tipo “ora vediamo da che parte state”?

Non siamo noi che mettiamo in difficoltà loro, sono loro che ci hanno messo in difficoltà andando al governo. Ricordo che proprio per evitare cortocircuiti nel centrodestra Giorgia Meloni, appena nato il governo, ha proposto un intergruppo interparlamentare con Lega e Forza Italia, che finora non hanno dato una risposta positiva. Tuttavia rilancio questa proposta, perché ora più che mai è indispensabile un intergruppo parlamentare delle forze di centrodestra.

Visti i rapporti con la Lega sul Copasir non sembra facile. Volpi si dimetterà?

Quella del Copasir non la consideriamo come una questione tra noi e la Lega ma di rispetto della legge. Altrimenti avremmo chiesto anche la presidenza della vigilanza Rai e delle giunte di garanzia. Ma abbiamo detto che se la legge prescrive la presidenza all’opposizione, come fa, allora per una questione di sicurezza nazionale quella legge va rispettata.

Eppure la Lega non ne vuole sapere.

Tutti i costituzionalisti hanno detto che abbiamo ragione, così come Forza Italia e il Pd. Abbiamo notato che da parte delle presidenze e dalla Lega c’è invece un atteggiamento pilatesco. Hanno proposto di azzerare l’intero Copasir e l’idea è condivisibile ma allora cominciassero dal presidente, che non si è ancora dimesso.

La questione sarà risolta faccia a faccia da Meloni e Salvini?

Questo incontro ci sarà, perché dobbiamo decidere i candidati del centrodestra nelle città, ma ripeto che non è una questione che vogliamo risolvere come un “Ok Corral” con la Lega. Si tratta del rispetto della democrazia.

Sull’ergastolo ostativo e i temi della giustizia la vostra posizione è stata spesso vicina a quella della Lega a anche del Movimento 5 Stelle. È possibile una convergenza in Parlamento diversa da quella dell’attuale maggioranza?

Molte volte la nostra opposizione, che è patriottica, non è fondata sul dovere di dire a tutti i costi una cosa opposta a quella che dice la maggioranza o parte di essa. Le nostre sole stelle polari sono l’interesse degli italiani e i valori in cui crediamo. Sulla giustizia i nostri valori sono noti. Siamo per il rispetto della legge e per la punizione dei colpevoli. Ma siamo anche ferocemente garantisti, dando tutte le garanzie agli imputati. Nel momento della condanna, tuttavia, essa deve essere rispettata senza la possibilità di mille scappatoie.

Su quali temi possono esserci idee simili?

Sulla prescrizione, ad esempio, vogliamo che i processi durino poco ma siamo contrari al criterio di chi vorrebbe far durare all’infinito un processo anziché chiedere alla magistratura, e dando a essa gli strumenti necessari, di fare processi giusti e in tempo. Se su questi principi ci sono forze di maggioranza che la pensano come noi ci fa piacere.

Siete d’accordo con le nuove riaperture previste dal governo?

Sulle riaperture siamo stati molto chiari. Occorre trovare regole adeguate per i luoghi dove la gente vive per lavoro come palestre, bar e ristoranti. Vogliamo l’immediata riapertura di tutti i luoghi dove si possono applicare facilmente una serie di norme comportamentali che limitino i rischi.

Ad esempio?

Sugli stadi, per fare un esempio, occorre riaprire con una percentuale di posti disponibili in base alla capienza dello stadio, non con numeri predefiniti. Questo egualitarismo di tipo post marxista che serpeggia nelle decisioni è un’ingiustizia già di per sé. Dovremmo riaprire gli stadi già da questa domenica, organizzando i posti in base alla proporzione degli spazi.