PHOTO
Patrick Zaki
Il Senato chiede al governo di attivarsi per concedere la cittadinanza italiana a Patrick Zaki, e dall’esecutivo arriva l’avvertimento che l’atto, anche secondi visibile, potrebbe «rivelarsi controproducente» e mettere addirittura a repentaglio il rilascio dello studente dell’università di Bologna detenuto in un carcere egiziano da oltre un anno. L’ordine del giorno approvato con 208 voti favorevoli e nessun contrario dall’Aula di Palazzo Madama, impegna anche Palazzo Chigi ad «intraprendere tempestivamente» tutte le iniziative «per sollecitare l’immediata liberazione» del giovane studente, e a «continuare a monitorare» il processo «con la presenza in aula della rappresentanza diplomatica italiana al Cairo», «le sue condizioni di detenzione» e «di attivarsi, a livello Ue, per sollecitare istituzioni e Stati membri affinché richiedano all’Egitto, e agli altri Paesi in cui persistono diffuse violazioni dei diritti umani, miglioramenti concreti su questo tema». Nell’esprimere parere positivo al documento, la vice ministra degli Esteri, Marina Sereni, ha però messo in guardia il Parlamento: l’attribuzione della cittadinanza a Zaki, «si configurerebbe quale misura simbolica priva di effetti pratici a tutela dell’interessato. Anche alla luce del Diritto e dei principi internazionali», ha affermato rivelando che «l’Italia incontrerebbe notevoli difficoltà a fornire protezione consolare al giovane, essendo egli anche cittadino egiziano, poiché prevarrebbe la cittadinanza originaria». Ancora più importante - ha poi messo in evidenza Sereni invitando i senatori a una riflessione approfondita - «è il rischio di effetti negativi sull’obiettivo che più ci sta a cuore: il rilascio di Patrick. In questo senso la concessione della cittadinanza, potrebbe addirittura rivelarsi controproducente». Sereni ha comunque assicurato che la Farnesina segue «con la massima attenzione» il caso e «condivide pienamente» la preoccupazione del Parlamento. «L’azione di sensibilizzazione sulle autorità egiziane che abbiamo svolto e continuiamo a svolgere è continua: sollecitiamo le controparti egiziane in ogni occasione di confronto a rilasciare lo studente e seguiamo l’evoluzione del processo», ha ricordato. Solo i senatori di Fratelli d’Italia si sono astenuti al momento del voto ritenendo che la strada migliore da perseguire sia quella della diplomazia. «Non vorremmo insospettire e irrigidire ulteriormente le autorità egiziane, a causa delle quali lo studente, reo solo di aver espresso delle opinioni in difesa dei diritti civili dei suoi concittadini, è detenuto ormai da 432giorni», ha affermato Alberto Balboni. Per il resto da tutti i partiti è arrivato unanime l’appello a concedere a Zaki la cittadinanza italiana. «Abbiamo il dovere di non lasciar nulla di intentato. Per noi lo stato di diritto è una frontiera irrinunciabile», ha affermato il dem Francesco Verducci, mentre il segretario del Pd, Enrico Letta, ha rilanciato su Twitter l’hashtag "noi non molliamo". Il Movimento 5 stelle con Gianluca Ferrara ha invece ricordato che «Zaki è stato sottoposto a scosse elettriche e percosso in maniera da non lasciare tracce sul suo corpo. L’Egitto ha un ruolo geopolitico di fondamentale importanza sul piano internazionale e, ancor più, locale. Ma nessun ruolo politico ed economico - ha sottolineato - potrà mai giustificare certi metodi medioevali». In Aula era presente anche la senatrice a vita Liliana Segre, che ha firmato l’ordine del giorno. «C’è qualcosa nella storia di Patrick Zaki che prende in modo particolare, ed è ricordare quando un innocente è in prigione», ha confidato in un’intervista radiofonica. «Questo l’ho provato anch’io e sarò sempre presente, almeno spiritualmente, quando si parla di libertà».