Tra le democrazie moderne il Giappone è senza dubbio il paese più spietato nei confronti dei consumatori di cannabis. Una linea di condotta imposta dal generale americano McArthur dopo la vittoria nella Seconda Guerra Mondiale (fino ad allora la cannabis era ampiamente coltivata nelle campagne nipponiche). Per il solo possesso di una dose di marijuana si rischiano cinque anni di prigione, scatta in automatico il licenziamento in tronco e la radiazione dagli studi universitari. Inoltre i  cittadini stranieri, dopo aver scontato la pena, sono espulsi a vita da territorio nazionale. Ne sa qualcosa l'ex Beatle Paul McCartney pizzicato nel 1980 con 400 grammi di marijuana all'aeroporto Narita di Tokyo. Solo grazie alla sua immensa fama McCartney riuscì a cavarsela con un decreto di espulsione per 12 mesi. Per non parlare della "vergogna" pubblica che nel paese del Sol levante è un dispositivo di controllo sociale potentissimo che porta quasi sempre all'esclusione (/o auto-esclusione) dal proprio gruppo familiare. E' quel che capitò all'attrice Saya Takagi che nel 2017 fu condannata a tre anni per possesso illegale di cannabis e cancellata per sempre da tutti gli schermi, televisivi e cinematografici del Giappone. Fedele a questa legislazione draconiana il governo sta per approvare una nuova legge sulle analisti del sangue che permetterà controlli a piacere da parte delle autorità o dei datori di lavoro. Peraltro nel paese i consumo di cannabinoidi è molto contenuto e non ha mai destato nessuna preoccupazione sociale, mentre l'"erba" viene venduta a prezzi elevatissimi quasi esclusivamente da spacciatori di strada stranieri. Questa durezza estrema verso i consumatori non impedisce però al Giappone di investire milioni di dollari proprio nella filiera della cannabis. Accade tramite il  fondo pensione governativo GPIF, il più grande al mondo con i suoi 1290 miliardi di attivo, principale azionista del gruppo canadese Canopy Growth specializzato nella produzione di canapa e con partecipazioni in Cronos Group  https://thecronosgroup.com/  e Aurora Cannabis che commercializzano marijuana a scopo terapeutico e ricreativo. "La vita di un cittadino può essere rovinata per sempre per aver consumato uno spinello e il governo fa affari con le multinazionali della cannabis, è una schizofrenia inaccettabile" protesta l'avvocata Michiko Kameishi che nella sua carriera ha difeso decine di consumatori finiti nelle maglie della giustizia per aver consumato un solo spinello.