L’Unam, Unione nazionale avvocati per la mediazione, ha scritto alla nuova Guardasigilli Marta Cartabia congratulandosi per il prestigioso incarico e formulando alcune proposte sulla riforma della giustizia civile, con particolare riguardo agli strumenti Adr e con l’auspicio di un confronto costruttivo sul tema dell’implementazione degli strumenti di risoluzione delle controversie.

L’Unam si è caratterizzata fin dalla sua nascita nel 2014, preceduta dal “Manifesto” del 2013 sulla promozione delle soluzioni consensuali, per la sua peculiare finalità: promuovere e diffondere la cultura della mediazione. Nata come associazione per l’avvocatura, sua principale interlocutrice, Unam si è resa promotrice di un obiettivo ancora più ambizioso: incoraggiare un cambiamento culturale e sociale che in ogni settore privilegi e valorizzi nella gestione del conflitto principalmente il confronto e l’approccio collaborativo rispetto al contraddittorio puramente avversariale.

A tal fine Unam ha varcato il perimetro del mondo forense coinvolgendo anche altri contesti fondamentali della società civile, come quello scolastico, imprenditoriale e della pubblica amministrazione, nei quali l’apertura a un nuovo modo di gestire il conflitto attraverso una dialettica costruttiva può significare progresso civile e sviluppo economico.

Ne è testimonianza il protocollo d’intesa sottoscritto nel 2020 tra Unam e ministero della Pubblica istruzione per diffondere tra le nuove generazioni la cultura della mediazione attraverso il Progetto Scuola “Parliamone: Impariamo a comunicare per gestire i conflitti”. Unam ha poi avviato un dialogo con il mondo delle imprese e della Pa e con tutte le categorie professionali promuovendo nell’aprile 2020 il progetto CovidExit denominato “Patto per la Rinascita tra Avvocati, Professionisti, Imprese e Pubbliche Amministrazioni”, basato sui principi di coesione e cooperazione sociale “per un’assunzione di responsabilità da parte di tutte le categorie professionali, finanziarie e imprenditoriali, dalla politica alla pubblica amministrazione”. In tale prospettiva di sensibilizzazione e di contaminazione culturale Unam, riconosciuta nel 2019 dal Consiglio nazionale forense quale associazione Specialistica maggiormente rappresentativa, condivide la scelta del governo di porre tra le sue priorità la riforma della giustizia civile e auspica in tale ambito una rinnovata visione di intervento, non più ancorata al solo processo, ma piuttosto declinata alla promozione di metodi di composizione consensuale nel segno di una autonomia privata capace di ricomporre il conflitto, grazie anche a un nuovo modo di “essere avvocato” a beneficio della società civile e del rilancio economico del Paese, tanto più urgente nell’attuale periodo storico afflitto dalla pandemia. «È auspicabile - ha scritto l’avvocato Angelo Santi, presidente di Unam - che il sistema giustizia venga ripensato e che sia visto finalmente come una galassia composita, non più incentrata esclusivamente sulla giurisdizione, ma alla stregua di un complesso integrato di giurisdizione e giustizia consensuale, dove i metodi negoziali e mediativi possono essere adeguatamente incentivati e valorizzati». In tal senso l’invito rivolto al governo è ad intervenire più sul piano delle risorse e dell’organizzazione, che su quello delle procedure.

Con questo auspicio Unam pone all’attenzione della nuova ministra della Giustizia alcune proposte tra cui quelle di rendere effettivi gli incentivi fiscali previsti dal decreto legislativo n. 28/ 2010, estendere il patrocinio a spese dello Stato ai procedimenti di mediazione, rivedere la disciplina sul primo incontro di mediazione, ampliare le materie oggetto di mediazione, valorizzare la consulenza tecnica nel successivo eventuale giudizio, prevedere figure ausiliarie del giudice che selezionino fascicoli afferenti a controversie mediabili per l’applicazione dell’articolo 5 comma 2 del d. lgs. n. 28/ 2010. E ancora, si propone di regolamentare la responsabilità erariale dei funzionari pubblici che sottoscrivono un accordo di mediazione, valorizzare gli esiti positivi dei giudizi pendenti definiti in mediazione “demandata’” ai fini della progressione in carriera dei magistrati.

Temi che, affrontati nella prospettiva di concepire il mondo della giustizia come un sistema complesso all’interno del quale la soluzione giudiziale possa rappresentare soltanto una delle possibili soluzioni da ritenersi non principale, ma parallela e complementare a un novero di metodologie negoziali, conciliative e arbitrali, come si legge nella nota dell’Unam inviata alla ministra, potranno favorire in concreto la diffusione di una cultura conciliativa valorizzando la funzione sociale dell’avvocato a vantaggio di tutta la collettività.

TIZIANA ROSANIA

(avvocata, componente comitato esecutivo Unam)