A poche ore dalla nomina di Marta Cartabia alla guida di Via Arenula arriva unanime il plauso dell'avvocatura, fiduciosa di stabilire al più presto un proficuo dialogo con la nuova ministra della Giustizia che ieri ha prestato giuramento con il Governo Draghi. «Il Consiglio nazionale forense rivolge alla ministra della Giustizia, professoressa Marta Cartabia, gli auguri più cordiali di buon lavoro. Con la certezza che saprà dare, con autorevolezza e competenza, un contributo essenziale per l’affermazione dei principi enunciati dalla nostra Carta costituzionale», scrive in una nota la presidente facente funzioni del Cnf, Maria Masi. «Il suo costante richiamo ai valori fondanti dello Stato di diritto, alla leale collaborazione tra istituzioni quale proiezione della solidarietà tra i cittadini, la sua attenzione ai diritti dei più deboli in particolare, rappresentano la migliore premessa per il gravoso compito a cui è chiamata e rassicurano sulla futura, leale e costante interlocuzione con l’avvocatura», conclude il Cnf. «Apprezziamo il coraggio di Marta Cartabia per avere accettato un incarico così difficile. Abbiamo inviato le nostre congratulazioni alla Ministra evidenziando le priorità che ci attendono e confermando la disponibilità dell’Organismo congressuale forense a collaborare», dice all’Adnkronos Giovanni Malinconico, coordinatore dell'Ocf. Tra le priorità di intervento per la neo ministra della Giustizia, «persona di alta competenza sotto il profilo scientifico e culturale», Malinconico ha indicato «misure strutturali urgenti sulla mole gigantesca dell’arretrato civile e penale; innovazioni tecnologiche, cui occorre procedere velocemente ma nel rispetto dei principi costituzionali che sovraintendono alla funzione Giurisdizionale; l’adeguamento di edifici e strutture giudiziarie ; la condizione di grande difficoltà economica dell’Avvocatura Italiana». «Le risorse rivenienti dal "Recovery Fund" - ha concluso - costituiscono un’occasione irripetibile per ammodernare la Giustizia Italiana e restituirle quella dignità che il tempo, e una crisi di credibilità che dura ormai da oltre un ventennio, le hanno sottratto». Entusiasmo anche da parte di Gian Domenico Caiazza, presidente dell’Unione Camere Penali Italiane, per il quale la nomina alla guida del dicastero di via Arenula di Marta Cartabia, «persona di sicura formazione e aderenza ai principi costituzionali, non fosse altro perché già presidente della Consulta», segna «la fine di un’epoca: il termine del giustizialismo populista alla guida del Ministero della Giustizia. Non possiamo che salutarla con grande soddisfazione, esprimendo l’augurio che a queste premesse tutte positive seguano anche fatti concreti».  Il leader dei penalisti non nasconde il timore che «per evitare temi divisivi interni alla maggioranza, possano essere accantonate le questioni che attengono al processo penale ed alla prescrizione».«Guardiamo con timore a questa strana aria che tira - prosegue - Noi speriamo che questo non accada. I temi vanno affrontati per l’urgenza che hanno e la rilevanza che hanno; non per evitare che qualcuno all’interno di questa maggioranza composita possa sentirsi sminuito. Noi chiederemo alla ministra Cartabia che ci voglia quanto prima ricevere, per esprimere personalmente il nostro augurio di buon lavoro e spiegarle quelle che secondo i penalisti italiani sono le priorità: che l’azione del governo possa essere ispirata ai principi liberali e costituzionali del giusto processo».