Potrebbe essere venerdì il giorno del ritorno al Quirinale di Mario Draghi per sciogliere la riserva e presentare la lista dei ministri. Nessuna conferma ufficiale, né ancora una scelta definita da parte del premier incaricato, ma soltanto una serie di indizi dai quali si può trarre qualche indicazione. Innanzi tutto il rinvio della consultazione del Movimento 5 stelle sulla piattaforma Rousseau. Sia il Presidente della Repubblica che quello del Consiglio incaricato intendono rispettare le procedure interne ai partiti, ma l’attesa non potrà durare ancora giorni. Così stasera, un intervento del premier incaricato al termine degli incontri con partiti e parti sociali per tirare le somme del lavoro svolto, potrebbe rappresentare il segnale in grado di dare il via al voto degli attivisti Cinquestelle, destinato a proseguire fino a domani. A quel punto Draghi avrebbe tutti gli elementi necessari per disegnare il perimetro della maggioranza a sostegno del futuro governo e salire così al Colle per accettare definitivamente l’incarico e proporre al Capo dello Stato la lista dei ministri da nominare. Passaggio che potrebbe avvenire nella giornata di venerdì, con giuramento e insediamento a palazzo Chigi, previo passaggio della campanella, probabilmente sabato. Non a caso, la tradizionale cerimonia per la commemorazione della stipula dei Patti lateranensi, prevista per il pomeriggio di venerdì, è stata rinviata in attesa della formazione del nuovo governo. Il nodo che il M5s indica come cruciale per sciogliere la sua riserva sul sostegno al governo Draghi è riguarda il superministero della transizione ecologica, con le competenze di Ambiente e Sviluppo. Proprio su questo tema il Movimento attende già oggi «un segnale» da parte del premier incaricato al termine delle consultazioni con le parti sociali. Subito dopo potrebbero partire le votazioni su Rousseau, per chiedere agli iscritti se sono favorevoli o meno a un sostegno pieno al nascente esecutivo. A quel punto, sciolto il nodo politico del perimetro della maggioranza, al premier non resterebbe che stilare la lista dei ministri. Ma secondo alcuni la votazione sulla piattaforma potrebbe subire un ulteriore slittamento, nonostante le proteste di molti iscritti. E a quel punto il premier incaricato potrebbe procedere con il suo percorso, dialogando con il M5s ma senza farsi frenare troppo a lungo. Il dilemma dovrebbe essere sciolto stasera, e da quello dipenderà se il giuramento del nuovo esecutivo si terrà entro sabato o se slitterà alla prossima settimana. «Vi chiedo un attimo di pazienza, aspettiamo», spiega Beppe Grillo annunciando la sospensione del voto su Rousseau. La decisione è stata formalizzata poco dopo da Vito Crimi con un post sul blog delle stelle in cui si informano i militanti che verranno indicati nuovi orari per la consultazione. «Sono venuto a dare una mano per quello che posso, mi aspettavo il "banchiere di dio" e invece è un grillino, mi ha detto "vorrei iscrivermi"... Il discorso è che questa persona è aperta, sincera o non sincera, aspetterei che faccia in modo pubblico le dichiarazioni che ha fatto a noi», dice Grillo, in un video, facendo il punto dopo le consultazioni. «Ha detto che il reddito di cittadinanza è una grande idea, ha detto che abbiamo cambiato la politica in questo paese con l’onestà, abbiamo fatto un miracolo. Ha detto che il reddito serve con la pandemia. Gli ho proposto di fare il ministero della Transizione ecologico-sostenibile: il ministero dell’Economia converge con quello dell’Ambiente e dell’Energia in un settore con 2-3 persone di grosso spessore che filtreranno tutti gli investimenti futuri di questo paese. Dobbiamo creare bonus per le aziende che sono in sintonia con l’ambiente e malus per chi non lo è. La finanza e le banche devono capire che non devono speculare e devono guadagnare con la transizione energetica», aggiunge. «Siamo un paese vecchio, di vecchi con idee vecchi. Senta Draghi, lei che è un ragazzo di 74 anni, che vita ha fatto? Non deve entrarci la Lega, perché la Lega non capisce una mazza di ambiente. Lui ha detto "eh non lo so, vediamo, vediamo"... Su questi temi mi ha dato ragione su tutto. Votare domani, aspettiamo un attimo. Lui non ha finito, aspettiamo che dica pubblicamente cosa vuole fare. Non ha ancora le idee chiare, ma non le ha nessuno», prosegue Grillo. «Lui mi ha ribadito che il concetto dell’ambiente è una priorità, sembra che ci sia... prima di fargli fare il meet-up aspettiamo... È una persona che mi chiama "l’elevato... io non so come chiamarlo... "supremo"... Io aspetterei un attimo a fare delle domande a cui voi dovete dare le risposte, andare non andare... Vi chiedo un attimo di pazienza», conclude. Intanto la sospensione del voto scatena l'ira dei militanti, tra confusione e smarrimento, richieste di chiarezza, appelli all’unità, polemiche e attacchi. La base (virtuale) dei pentastellati è in agitazione, commenta l’annuncio di Vito Crimi, si scontra sia sul rinvio della consultazione on line che sull’ingresso del M5S in maggioranza. Gli umori non sono univoci, le opinioni molto diverse, e in attesa di avere indicazioni si discute. Il bilancino, che non ha alcuna pretesa di attendibilità statistica, sembra pendere per l’ala "governista". «Il M5S ha già governato sia con la Lega che con il PD con molti patemi, turandosi il naso, ma ha governato. Perché ora d’improvviso dovrebbe essere ripugnante e impossibile operare decentemente insieme con loro in un Governo Draghi?», chiede un simpatizzante pentastellato che si firma con un nickname. La scelta attendista dei vertici che chiedono a Draghi di esprimersi prima del voto su Rousseau convince un altro utente, che la giudica «una mossa correttissima, altrimenti avremmo dovuto votare alla cieca. Ora invece posso dire che se Draghi accetterà le richieste esposte da Beppe voterò SI all’appoggio». «Se fosse iscritto a Rousseau voterei sì perché il Paese è in una situazione, in tale condizioni e con tali urgenze che comunque è bene ci sia un governo», dice il premier uscente Giuseppe Conte, intercettato dai cronisti nei pressi di Montecitorio.  A chi gli chiede poi se nutra dei dubbi su un governo con una maggioranza variegata e con la Lega al suo interno, «c’è un presidente incaricato - risponde - aspetto a dare queste dichiarazioni, non sarebbe corretto».