Tornano a scuola gli studenti delle superiori, ma solo quattro Regioni. Oggi hanno riaperto gli istituti Toscana, Abruzzo e Valle D’Aosta, tutti al 50%. Le altre vanno in ordine sparso, con riaperture tra il 15 gennaio e il primo di febbraio. Decisione che ha provocato una forte reazione degli studenti che oltre ad aver organizzato uno sciopero della Dad, stanchi di fare lezione da casa, chiedendo di poter tornare tra i banchi, in classe, hanno indetto una serie di proteste e manifestazioni, alle quali hanno aderito anche gli insegnanti, da Nord a Sud in tantissime città: Milano, Parma, Firenze, Roma, Viterbo, Pescara, Ancona e altre. Le proteste andranno avanti tutta la settimana. A Roma è in corso la manifestazione studentesca in prossimità del ministero dell’Istruzione. Sul posto la Polizia locale di Roma Capitale, che ha provveduto a chiudere al traffico viale Trastevere, da via Emilio Morosini fino a viale Glorioso. «In dad o in presenza il vostro modello non funziona; Siamo stanchi; La scuola agli studenti; Zingaretti, Conte e Azzolina nemici degli studenti; Scuola uguale futuro». Questi alcuni degli slogan lanciati dalle organizzazioni degli studenti che si sono riunite davanti al Miur per protestare contro i rinvii delle lezioni in presenza. «Vogliamo tornare a scuola - dicono all’Adnkronos alcuni dei promotori della manifestazione - non siamo dei manichini, la Azzolina dovrebbe dimettersi. Se ci bloccano il futuro siamo pronti a bloccare la città». Lo sciopero degli studenti contro la didattica a distanza «esprime un problema reale», commenta Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi Lazio. «Noi dirigenti ben conosciamo il disagio legato alla didattica digitale. Questo strumento - molto utile - dovrebbe essere utilizzato in situazioni di gravi emergenze, come durante il primo lockdown, ma non può diventare una prassi consolidata». A questo punto dell’anno scolastico, è la stoccata di Rusconi, «tutte le istituzioni dovrebbero essersi messe in moto per la risoluzione dei problemi, soprattutto quelli legati al trasporto degli studenti». Il presidente di Anp Lazio denuncia una «contraddizione di fondo che abbiamo notato noi presidi: da un lato bisogna evitare l’assembramento per recarsi a scuola, dall’altro si permettono ai giovani di assembrarsi, come vediamo quotidianamente nei quartieri della movida». Per Rusconi due sono i motivi fondamentali per cui la dad non deve diventare una prassi: «Il primo è che impedisce un’interazione vera e costante, non solo sociale ma anche formativa, con insegnanti e con gli altri studenti», osserva Rusconi. Il secondo «è legato alla connessione a macchia di leopardo. In molte zone d’Italia, la connessione internet manca o funziona a singhiozzo. Noi chiediamo da mesi alla Regione Lazio un potenziamento delle linee. È stato emesso un bando da 3 milioni ma non sappiamo se la gara è stata fatta e se sono già iniziati i lavori», conclude Rusconi. Il punto sulle riaperture nelle Regioni L’Alto Adige, anticipando tutti, aveva riaperto gli istituti superiori già da giovedì scorso con presenze fino al 75% e con un minimo del 50%. Oggi, invece, ha suonato la campanella per oltre 150.000 giovani toscani e per quasi 30.000 abruzzesi. Quasi 3.000, invece, quelli della Val d’Aosta tornati sui banchi. Gli altri dovranno attendere e, per il momento, accontentarsi della didattica a distanza. In Piemonte ragazzi delle superiori torneranno in aula da lunedì 18 gennaio mentre i presidenti di Friuli Venezia Giulia, Veneto e Marche, già lunedì scorso avevano deciso, con ordinanza, di rinviare a fine gennaio le lezioni in presenza e di proseguire fino a quella data, al 100%, con la didattica e distanza. La Lombardia ha previsto il rientro il 25 gennaio così come l’Emilia Romagna. In Liguria si guarda la curva epidemiologica e si attende il prossimo Dpcm, ma è possibile che le superiori riprendano al 50% già dalla prossima settimana. In Calabria scuole superiori restano chiuse fino al 31 gennaio, secondo quanto previsto da un’ordinanza del presidente facente funzioni della Regione. Sono tornati sui banchi, in base a una sentenza del Tar, gli studenti delle medie. In Puglia, invece, «le scuole di ogni ordine e grado, dalle primarie alle superiori, saranno in Ddi, Didattica digitale integrata, sino a venerdì 15 gennaio 2021», in base a quanto deciso dal presidente della Regione, Michele Emiliano, che ha firmato l’ordinanza nella serata di martedì scorso. L’ordinanza sarà in vigore «per un periodo limitato di tempo, quindi è provvisoria e precauzionale, in attesa che la cabina di regia del ministero della Salute chiarisca l’effettivo livello di pericolo». In Campania hanno riaperto nidi d’infanzia ed elementari. Queste ultime riapriranno completamente il 18 gennaio, mentre per le superiori si dovrà attendere il 25. In Sicilia l’ordinanza del presidente Nello Musumeci tiene a casa, con la Dad, gli alunni di elementari e medie fino al 16 gennaio e quelli delle scuole superiori fino al 30. La Regione Sardegna con un’ordinanza del presidente Christian Solinas emanata nella tarda serata di venerdì scorso ha rinviato l’apertura di licei e istituti tecnici al primo febbraio.