La sindaca Virginia Raggi è stata assolta dall’accusa di falso in atto pubblico dalla seconda sezione penale della corte d’appello di Roma nel processo legato alla nomina di Renato Marra, fratello di Raffaele (all’epoca capo del Personale in Campidoglio), a capo della Direzione Turismo. È stata così confermata la sentenza del tribunale che il 10 novembre del 2018 assolse la sindaca con la formula «perché il fatto non costituisce reato».  Applausi e lacrime hanno accompagnato la sentenza, alla lettura del dispositivo, la sindaca ha abbracciato il marito e poi si è congratulata con i suoi difensori, gli avvocati Pierfrancesco Bruno, Emiliano Fasulo e Alessandro Mancori, quest’ultimo visibilmente commosso. «Questa è una mia vittoria e del mio staff, delle persone che mi sono state a fianco in questi quattro lunghi anni di solitudine politica ma non umana. Credo che debbano riflettere in tanti, anche e soprattutto all’interno del MoVimento 5 Stelle», è il primo commento rilasciato dalla sindaca. «Ora è troppo facile voler provare a salire sul carro del vincitore con parole di circostanza dopo anni di silenzio», aggiunge. «Chi ha la coscienza a posto non si offenderà per queste parole ma tanti altri almeno oggi abbiamo la decenza di tacere. Se vogliono dire o fare qualcosa realmente, facciano arrivare risorse e gli strumenti per utilizzarle ai romani e alla mia città. C’è una legge di bilancio per dimostrare con i fatti di voler fare politica. Il resto sono chiacchiere», conclude la sindaca. Esulta anche l'ex capo politico Luigi Di Maio: «Oggi Virginia Raggi è stata assolta. Ancora una volta. Continua a resistere grande donna, il Movimento 5 Stelle resiste insieme a te». Ed esulta soprattutto Alessandro D Battista, grande sponsor della prima cittadina fin dal primo momento: «Virginia è stata assolta. Ancora una volta assolta. Adesso iniziate a rispettarla. Per quattro anni è stata diffamata, dileggiata, calunniata», scrive su Facebook. «È stata colpita dal sistema politico e mediatico per non aver avallato le olimpiadi di Malagò, Montezemolo e Caltagirone e dal fuoco amico partito da chi non sarà mai alla sua altezza ma non vuole accettarlo», insiste l’ex deputato M5s. «Coraggio Virginia, come ti ho sempre detto, "a testa alta". Sono fiero di esserti amico, di averti difeso, di averti come sindaca e non vedo l’ora di sostenerti, ancora una volta, come candidata al Campidoglio!»