Lannuncio di un possibile vaccino anti-Covid già disponibile da gennaio ha suscitato comprensibili entusiasmi. Una luce in fondo al tunnel nel mezzo di tanto dolore e tante difficoltà. Ci vorrà tempo per immunizzare milioni di italiani: ciò che davvero importa è che la speranza del possibile ritorno una vita normale o quasi, acquisti un alone di concretezza. Nel frattempo il governo procede con interventi ristoratori. E giusto. Il ministro dellEconomia ha assicurato che i soldi arriveranno direttamente sui conti correnti degli aventi diritto. E necessario. Il premier assicura: niente lockdown generalizzati. E auspicabile. Poi però cè unaltra dimensione della realtà. Ed è che per affrontare la pandemia e non affossare in modo devastante leconomia del Paese, stiamo facendo molto debito. E inevitabile. Ma affinché sia debito buono nellaccezione che gli ha dato Mario Draghi è fondamentale tenere ben presente un dato. Il Covid, speriamo presto, verrà debellato. Ma il debito resterà. Già era una pietra al collo, ora il rischio è che diventi un macigno insostenibile. Lunico vaccino è la crescita. Che va impostata però da subito, con interventi lungimiranti messi con chiarezza nero su bianco. Si tratta di disegnare lItalia del futuro: per farlo serve lapporto di tutti, maggioranza e opposizione. Se unità devessere, è quella la forma giusta. In questo quadro due sono gli attori decisivi: il capo dello Stato ed il presidente del Consiglio. Con lucidità e sagacia, Paolo Armaroli tratteggia le figure di entrambi nel suo libro (edizioni La Vela) appena uscito, intitolato proprio ai due esponenti istituzionali. Mattarella ha scelto Conte e Conte si è posto sotto lala protettiva del Colle. Il binomio è al tempo stesso necessitato e virtuoso. Con una differenza tuttaltro che trascurabile. Il capo dello Stato non recede dalla moral suasion in favore di una leale collaborazione tra decisori, che spinga lItalia fuori dalle sabbie mobili. Il capo del governo, al di là di inviti di forte contenuto formale ma poca sostanza, non riesce ad intavolare un confronto serio con lopposizione. Al tempo stesso, la minoranza parlamentare vuole essere coinvolta ma alle sue condizioni: e sono paletti anche troppo complicati da superare. Il binomio Colle-palazzo Chigi è il mastice che serve. Ma il presidente della Repubblica va seguito sempre, non solo quando fa comodo.