E' ancora una volta scontro tra politica e magistratura. A far alzare i toni oltre il livello di guardia sono gli sviluppi dell'inchiesta della procura di Firenze sulla fondazione Open. Matteo Renzi è indagato con l'ipotesi di aver violato le regole sul finanziamento ai partiti e alle toghe non sono piaciute le dichiarazioni rilasciate dal leader di Italia viva dopo aver appreso la notizia dell'indagine a suo carico (iscritti a registro, tra gli altri, anche Maria Elena Boschi, Luca Lotti e Marco Carrai). Nell'intervista al Dubbio l'ex premier, insorgono i togati del Csm, "ha definito i magistrati della Procura di Firenze come 'ossessionati', mossi da 'ansia di visibilità', e ai quali 'la ribalta mediatica piace più del giudizio di merito'. Si tratta di dichiarazioni che destano preoccupazione - è l'affondo - in quanto con esse vengono attribuiti ai magistrati intenti e finalità diverse e distorte rispetto all'accertamento della verità". Di qui la richiesta di aprire una pratica a tutela dell'Autorità Giudiziaria di Firenze rispetto a comportamenti che appaiono "lesivi del prestigio e dell'indipendente esercizio della giurisdizione tali da determinare un turbamento al regolare svolgimento o alla credibilità della funzione giudiziaria". Anche l'Anm parte all'attacco: "La legittimazione della Magistratura trova fondamento nella Costituzione e che sono inaccettabili, pur nella libertà di critica, prese di posizione che tentano di delegittimare la Magistratura. Neppure è accettabile l'allusione alla ricerca di una visibilità, in realtà mai ricercata dai colleghi fiorentini, da sempre impegnati esclusivamente nell'attività di indagine", tuona il sindacato delle toghe che avvertono sul rischio di "creare un clima di avversione nei confronti dei singoli magistrati e di confondere l'opinione pubblica".Matteo Renzi, però, respinge le accuse. "Nessuna guerra di religione" di berlusconiana memoria, "giù i toni da barricaderi", assicura, anche perché, è il ragionamento, fare di tutta l'erba un fascio impedisce un'analisi seria, serena e serrata dei singoli procedimenti". Io credo nella giustizia, nello Stato di diritto, credo nella magistratura, credo nell'avvocatura. Per cui sarà il Tribunale a dire l'ultima parola", assicura. Ma c'è un però. "Mi viene da dire che paradossalmente preferirei che i pm fiorentini che indagano su Open fossero in malafede. Perché se invece di essere in malafede, fossero solo superficiali sarebbe peggio. Ci hanno mandato un avviso di garanzia in cui scambiano la Boschi con Guerini. Per capire le differenze tra Boschi e Guerini non è necessario aprire il codice penale, basta aprire un giornale". Di più. I pm fiorentini "evidentemente non hanno letto, o non hanno capito, le sentenze della Cassazione sulla vicenda Open. Se le avessero lette avrebbero dovuto fare quella che la Corte definisce 'una rigorosa verifica' dei fatti, invece succede non solo che i pm non fanno la rigorosa verifica ma sbagliano le date per Lotti e Boschi della segreteria nazionale, e confondono la Boschi con Lorenzo Guerini. E pensa se non fossero stati rigorosi". Il leader di Iv guarda avanti. "Indossiamo il nostro sorriso più bello e via", dice, ma ammette come l'esplosione della vicenda Open metta "a dura prova" la capacità di finanziamento del partito e chiede "un aiuto straordinario" ai suoi sostenitori. "Perché, nonostante ciò che pensano le anime belle - sottolinea - si può fare politica solo se si hanno le risorse. E, avendo abolito il finanziamento pubblico, l'unica strada è il sostegno dei privati, anche solo con piccoli versamenti da 5 o 10".