«Si lavori per l’inclusione dei rom secondo il modello della Lega a Ferrara», a dirlo è Carlo Stasolla, il presidente dell’associazione 21 luglio che si occupa dei diritti di rom e sinti a Roma. Incredibile, ma vero. La giunta leghista del comune dell’Emilia Romagna è diventata un esempio virtuoso per quanto riguarda lo smantellamento graduale dei campi rom. Perché è vero che sono arrivate le ruspe ( oramai simbolo salviniano), ma solo quando tutte le famiglie rom sono state ricollocate e, quindi, senza farle rimanere per strada. Ma andiamo con ordine. Per ora è stato scongiurato lo sgombero dell’area F del campo rom di Castel Romano, inizialmente annunciato per il prossimo 10 settembre e poi rimandato a fine di questo mese. Per scongiurare tale azione, Associazione 21 luglio, ravvisando un comportamento discriminatorio delle autorità capitoline, si era rivolta alla Commissione Europea e all’Ufficio Nazionale Anti Discriminazioni Razziali ( Unar) presso la presidenza del Consiglio dei ministri. Lo scorso 20 ottobre, Szabolcs Schmidt, capo Unità della Commissione Europea su “Non- discrimination and Roma coordination” in una missiva rivolta ad Associazione 21 luglio, ha comunicato che la Commissione Europea sta attenzionando le azioni del comune di Roma sull’area F di Castel Romano e l’impatto dell’intero Piano rom della Giunta Raggi sulle comunità rom interessate. Il giorno dopo è seguita una comunicazione nella quale è stato riportato che sia il Capo Gabinetto che il vice Capo Gabinetto della sindaca Virginia Raggi «hanno confermato di avere piena consapevolezza delle criticità oggetto della vostra istanza e assicurato circa il non luogo a procedere dello sgombero, inizialmente previsto entro la fine di settembre».

Secondo l’associazione 21 luglio aver scongiurato lo sgombero dell’area F rappresenta un grande successo che però si potrebbe rivelare insufficiente in assenza di reali azioni inclusive volte al superamento dell’area, caratterizzata da condizioni igienico sanitarie gravissime. Per tale ragione, in un contesto come l’attuale, il presidente Stasolla ha indicato come via maestra quella già percorsa lo scorso anno dalla giunta leghista di Ferrara e proposta dai residenti dell’area F in una lettera aperta alla sindaca Virginia Raggi dello scorso agosto.

Come ha operato la giunta leghista? A settembre 2019, per completare il superamento del campo rom di Ferrara, la giunta ha fatto ricorso a una normativa regionale: un regolamento permette infatti alle amministrazioni locali, nei casi urgenti di estrema fragilità, di disporre di una quota delle abitazioni di edilizia residenziale pubblica. Nella cittadina estense tre famiglie rom, in forza di questo regolamento sono entrate in una casa popolare. Secondo il presidente dell’Associazione 21 luglio: «Se i primi a sperimentare questo modello sono stati i rom entrati nelle case popolari di Ferrara, città governata da una giunta leghista, perché lo stesso non potrebbe essere fatto proprio dalla città di Roma?».